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Golden power, China Rubber non ha interferito su Pirelli

La presidenza del Consiglio dei ministri italiano ha deciso di archiviare il procedimento nei confronti di China National Tire and Rubber (Cnrc), azionista di riferimento del gruppo Pirelli, sulle possibili violazioni delle prescrizioni golden power. Resta irrisolto il ruolo del gruppo Sinochem come azionista


30/09/2025 15:42

di Alberto Mapelli - Class Editori

settimanale
Marco Tronchetti Provera, vicepresidente esecutivo di Pirelli

La presidenza del Consiglio dei ministri italiano ha deciso di archiviare il procedimento nei confronti di China National Tire and Rubber (Cnrc), azionista di riferimento del gruppo Pirelli, sulle possibili violazioni delle prescrizioni golden power imposte a giugno 2023. Il procedimento amministrativo riguardava i fatti e i comportamenti verificatisi nel periodo tra giugno 2023 e il 31 ottobre 2024, data di avvio del procedimento sanzionatorio.

Lo ha comunicato al mercato il gruppo degli pneumatici. Secondo l'analisi svolta, «i comportamenti posti in essere dai consiglieri non indipendenti designati da Cnrc nel periodo in esame non si sono concretizzati in atti/decisioni capaci di pregiudicare l'autonomia gestionale di Pirelli».

La possibile violazione delle prescrizioni del golden power poteva essere rappresentata anche dal fatto che alcuni dei rappresentanti dei soci cinesi nel board di Pirelli ricoprivano anche ruoli operativi in Sinochem o in sue controllate.

Sotto osservazione c'era il rispetto della prescrizione di garantire l'assenza di collegamenti organizzativo-funzionali tra Pirelli da una parte e Cnrc dall'altra. 

Resta comunque attuale lo stallo tra Sinochem e Marco Tronchetti Provera, secondo azionista e vicepresidente esecutivo di Pirelli. Il gruppo milanese infatti ha più volte sottolineato che la presenza di Sinochem nel capitale metterà a rischio il mercato americano per gli pneumatici con tecnologia CyberTyre a partire dal 2027 a causa di possibili restrizioni da parte del governo americano.

Ma finora tra le parti non è stato trovato un accordo per una discesa o un'uscita dei cinesi dal capitale. Una nota arrivata da Palazzo Chigi, sede del governo, apre alla possibilità di un intervento diretto del governo tramite una modifica del golden power: «Il governo sta tenendo un costante e costruttivo dialogo con la società e gli azionisti finalizzato ad adeguare, in tempi congrui, gli strumenti alle nuove esigenze normative dei suoi mercati di riferimento e assicurare la sua piena competitività in tutte le realtà nelle quali opera». (riproduzione riservata)


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