«Aperture di 15 monomarca all'anno in Cina per il prossimo quinquennio, partendo da 20 negozi. Poi crescita dei punti vendita in Francia da 40 a 60-70 negozi, ma anche in Spagna e Olanda, e forte sviluppo nel mercato nord-americano, attraverso la spinta di due distributori diretti negli Stati Uniti e uno in Canada». Sono i driver di crescita del gruppo Snaidero, che produce e commercializza dal 1946 cucine di design diventate simbolo del made in Italy di qualità, rivelati dal ceo Massimo Manelli a MF-Milano Finanza in occasione di Eurocucina 2022, esposizione di settore nell'ambito della 60esima edizione del Salone del Mobile di Milano. A causa di un debito esploso a 110 milioni di euro, il gruppo friulano è entrato nel luglio del 2018 nella «galassia Dea Capital» (famiglia Snaidero in minoranza al 15%), che attraverso il fondo Idea Ccr II punta a far «crescere i ricavi, specialmente all'estero, del 10-15% sul 2021, quando il consolidato si è chiuso con un fatturato di 106 milioni, e a superare l'ebitda dei competitor al 6-7% (al 4% lo scorso anno)».
Il veicolo gestito da Dea è stato costituito a fine 2017 per gestire i turnaround di aziende sotto stress finanziario, attraverso la conversione dei crediti vantati dalle banche (utp) in quote del fondo e l'immissione di nuova liquidità. Nel 2019, primo anno di guida Idea Capital Alternative Funds, «il fatturato è passato da 100 a 115 milioni, con un ebitda cresciuto da zero al 2,5% dei ricavi, grazie a una riorganizzazione della fabbrica di Majano, un rigoroso controllo dei costi e un riposizionamento del prodotto verso una fascia più alta del mercato, lavorando sulla qualità dei materiali e attraverso una selettiva strategia distributiva», spiega ancora Manelli.
Nel 2020 a causa della pandemia i ricavi e l'ebitda sono scesi rispettivamente a 95 milioni e allo 0,5%, per risalire lo scorso anno a quota 105 milioni e al 4% nonostante i rincari energetici e la cessione del marchio tedesco Rational ai cinesi di Bravat, brand che pesava per quasi il 16% del fatturato del 2019. «Il 2022 è partito forte, con il portafoglio ordini in crescita del 20% e ricavi in aumento del 12-13% nonostante il caro-materie prime e l'incertezza», aggiunge il top-manager. «La ricetta? Listini ritoccati al rialzo, ma meno dell'aumento dei costi di cui ci siamo fatti carico: per un brand di qualità come Snaidero, il cui fatturato arriva per il 65-70% dall'estero e il 30-35% in Italia, la domanda è anelastica». (riproduzione riservata)