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Gianni Origoni si rilancia in Cina con l'ambasciatore De Luca

Il principale studio legale italiano, specialista in M&A, ha rafforzato la branch di Shanghai con l'ingresso in qualità di of counsel dell'ex capo-missione italiano in India, puntando sull'attività di advisory anche alla imprese cinesi che vogliono investire in Italia


21/11/2025 13:00

di Marco Leporati*

settimanale
Francesco Gianni, co-fondatore dello studio legale omonimo

È di questi giorni il road show in Cina dello studio legale Gianni & Origoni per promuovere il cambio sede dell’ufficio di Shanghai e la strategia per affermarsi in Cina attraverso il corollario “Dove il cambiamento incontra le opportunità”.

La prima tappa di questo percorso è iniziata con l’inaugurazione del nuovo ufficio, non a caso ubicato nello stesso palazzo dove è già insediato il Consolato d’Italia e la struttura ITA/ICE, con l’incontro con le imprese italiane presenti sul territorio e le istituzioni.

Gianni &Origoni, premiato lo scorso anno quale miglior ”Legal adviser of year “ per l’Italia nel mercato delle fusioni e acquisizioni, oltre alle sedi italiani è presente con cinque uffici esteri, cui si aggiunge quella di Shanghai, inaugurata nel 2018, con un organico totale di circa cinquecento collaboratori. 

La sede di Shanghai, strettamente integrata con quella di Hong Kong, costituisce insieme a quest’ultima l’hub strategico dello Studio per l’area asiatica. È presidiata dal Counsel Vittorio Franzese con Alessandro Zalonis, socio di riferimento per il Sud-est asiatico e responsabile della practice Cina, mentre l’Ambasciatore Vincenzo De Luca, già capo missione in India, che si è unito al team di Gianni & Origoni lo scorso dicembre in qualità di Of Counsel, ha l’obiettivo di sviluppare ulteriormente le attività dello studio nei mercati asiatici e mediorientali.

Un secondo appuntamento è stato quello, in sinergia con la società cinese di Hurun Report e Banca Intesa Sanpaolo, che ha visto la partecipazione di imprese cinesi per un confronto con il rappresentante di Invest Shanghai e di Mario Huang, general manager di IntesaSanpaolo, Shanghai Branch, con l’obiettivo, oltre alla presentazione delle attività dello studio, di invitare le imprese stesse ad eventuali investimenti in Italia.

Nella cornice degli investimenti esteri, e in questo caso particolare in Italia, per le imprese cinesi vi è una duplice valenza: da un lato mettere in pratica quanto è stato indicato nelle Recommendations of the Central Committee of the Communist Party per il XV Piano quinquennale editate lo scorso 23 ottobre: si legge infatti al capoverso 23° del paragrafo 7 dal titolo “Expanding two-ways investement cooperation”, in sostanza che è necessario sviluppare gli investimenti esteri creando scambi biunivoci.

Dall’altra va tenuto conto che le imprese cinesi, dai dati pubblicati recentemente di CPI Producer, soffrono per i prezzi ai cancelli che sono calati del 2,1% a ottobre, anno su anno rappresentando il 37° mese di contrazione consecutiva; ciò fa sì che la marginalità e la redditività delle imprese viene sempre più erosa e limitata.

Per questa ragione investire in Italia per aziende che già hanno clienti nel nostro Paese e quindi un esistente tratto di familiarità può rivelarsi un vantaggio competitivo come raccontava un giovane imprenditore di seconda generazione, titolare di un'azienda innovativa nel campo della logistica di magazzino.

Questo è stato il filo di collegamento degli interventi di Francesco Gianni, co-fondatore dello studio omonimo, di Mario Huang di Intesa Sanpaolo e della Console Tiziana d’Angelo.

Ultima tappa di questo viaggio un incontro con Confindustria Vicenza, organizzato da ITA/ICE e Camera di commercio ed infine ad Hangzhou, terra familiare a Marco Polo e oggi centro avanzato di innovazione tecnologica ed incubatore di nuove idee ed esperienze, con la Camera di Commercio della provincia dello Zheijang. (riproduzione riservata)

* corrispondente da Shanghai, dove vive e lavora da 30 anni


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