Gianluigi Aponte, l'armatore di origini sorrentine, a capo del gruppo Msc, primo al mondo nel business container e terzo operatore nelle crociere, è preoccupato che la nuova rotta artica, tra Cina ed Europa, inaugurata dalla Repubblica popolare il 22 settembre scorso, possa nel prossimo futuro stravolgere le dinamiche tradizionali della logistica e degli scambi marittimi via mare.
Così mentre la Cina, attraverso le sue compagnie di navigazione, sta spingendo per affermare il transito delle navi mercantili attraverso questa nuova rotta a Nord, Msc è subito scesa in campo per (ri)affermare pubblicamente che non seguirà questa scelta ma che continuerà a collegare Asia ed Europa passando da sud.
In una comunicazione inviata ai clienti caricatori, e ripresa in prima pagina sul quotidiano Il Secolo XIX di Genova, controllato da Msc, il gruppo di Aponte ha ribadito, la scorsa settimana, l'impegno a evitare la rotta attraverso il mare Artico citando preoccupazioni ambientali e sfide operative.
«La rotta del Mare del Nord rimane poco sviluppata per il trasporto commerciale, poiché la sicurezza della navigazione e del transito non è garantita» ha dichiarato la shipping company, sottolineando che «un aumento del traffico di transito nell'Artico potrebbe anche avere un impatto sul fragile ecosistema della regione e sulle calotte glaciali».
Nella comunicazione, Msc ha espresso preoccupazione per l'impatto negativo che l'aumento del traffico marittimo potrebbe avere anche sulle comunità artiche «congestionando le rotte di navigazione esistenti e rallentando il traffico necessario, che è un'ancora di salvezza essenziale per la loro sopravvivenza e prosperità». La compagnia ha inoltre sottolineato di non avere «alcuna ragione operativa» per utilizzare la rotta artica, in quanto possiede «la capacità e i mezzi per trasportare in modo sicuro e affidabile le merci dei clienti a livello globale senza utilizzare la Northern Sea Route».
Dietro a queste preoccupazioni emerge anche il fatto che spostare il baricentro delle rotte commerciali fra i due continenti potrebbe significare alterare equilibri consolidati, ridurre il rapporto tonnellate–miglia navigate (quello su cui si basa l'andamento dei noli e quindi la ricchezza degli armatori) e svalutare asset e investimenti portuali che fino a ieri erano centrali e domani potrebbero rivelarsi «fuori rotta».
Aponte, solitamente molto riservato, ha espresso le sue preoccupazionisu questi temi anche il 30 settembre scorso durante la cena di gala a Roma del WTTC Global Summit, che ha incoronato Manfredi Lefebvre d'Ovidio presidente del World Travel & Tourism Council.
Al contempo, però, Msc Crociere si prepara a debuttare con una propria nave in Alaska nel 2026 offrendo ai passeggeri la possibilità di esplorare «la maestosità dell'Ultima Frontiera, con i suoi paesaggi spettacolari, la fauna selvatica e il ricco patrimonio culturale delle popolazioni native, con itinerari che includono Ketchikan, Icy Strait Point, Tracy Arm e Juneau (Alaska), oltre a Victoria (Columbia Britannica, Canada).
Lo spartiacque della polemica è stato l'avvio del primo servizio di trasporto marittimo di linea attraverso la rotta artica ribattezzato “Arctic Express” e operato dalla compagnia cinese Sea Legend che in 18 giorni collegherà Ningbo, in Cina, a Felixstowe, nel Regno Unito, per poi proseguire verso Rotterdam, Amburgo e Danzica. La nave portacontainer Istanbul Bridge è partita dalla Cina orientale il 22 settembre scorso con 4.900 container Teu e il suo arrivo in Europa è previsto per il prossimo 10 ottobre.
«Il tempo di transito diretto dal porto di Ningbo-Zhoushan a Felixstowe è di soli 18 giorni, rispetto agli oltre 25 giorni del China-Europe Railway Express; oltre 40 giorni tramite il Canale di Suez e oltre 50 giorni attorno al Capo di Buona Speranza» aveva ricordato, alla partenza della nave, Li Xiaobin, direttore operativo di Sea Legend Shipping Pte Ltd. con sede nella RAS di Hong Kong. «Ciò aumenta notevolmente la velocità della catena di fornitura, riduce del 40% gli stock aziendali e taglia i capital cost per le aziende» ha aggiunto evidenziando i benefici di questa rotta alternativa. (riproduzione riservata)
Da sempre, però, e ancora di più in questo particolare momento storico, le preoccupazioni di Aponte sono legate soprattutto alla Cina e al suo ruolo nel trasporto marittimo. Il riferimento ora è alla rotta artica-