Il colosso statale dell’auto Faw Group è pronto a finalizzare il proprio ingresso in Leapmotor, il costruttore cinese di auto elettriche partecipato da Stellantis. Secondo varie fonti della stampa locale, l’operazione si troverebbe nella fase conclusiva e potrebbe essere firmata già entro la fine dell’anno.
L’investimento iniziale sarebbe pari a circa il 5% del capitale, una percentuale inferiore rispetto alle ipotesi iniziali che parlavano di un 10% se non addirittura del 20%. Ma si tratterebbe comunque di un investimento iniziale che potrebbe anche crescere nel tempo.
Il fondatore, presidente e ceo di Leapmotor, Zhu Jiangming, ha confermato per la prima volta che il dialogo con Faw è effettivamente in corso, ribadendo però un punto chiave: la società non intende cedere il controllo. Nonostante Stellantis sia oggi il primo azionista singolo con una quota del 21,26%, il team fondatore guidato da Zhu mantiene il 25,8% attraverso partecipazioni dirette e indirette, continuando così a detenere il controllo effettivo dell’azienda.
L’eventuale ingresso di Faw – colosso statale che sta accelerando la propria transizione verso l’elettrico – darebbe comunque al gruppo cinese, e quindi di fatto a Pechino e al suo governo, un ruolo significativo in Leapmotor, potenzialmente anche attraverso una rappresentanza nel cda.
La presenza di Pechino anche solo nell’azionariato potrebbe incidere, almeno sul piano strategico, sulla partnership con Stellantis proprio mentre Leapmotor si prepara ad avere un ruolo importante nel nuovo piano industriale che l’ad Antonio Filosa presenterà entro giugno 2026.
L’operazione non nasce da esigenze di cassa. Leapmotor ha chiuso il terzo trimestre con ricavi per 19,45 miliardi di yuan (2,72 miliardi di dollari), +97,3% sull’anno e +36,7% sul trimestre precedente. Secondo il vicepresidente Li Tengfei, la redditività del quarto trimestre sarà in linea con quella del terzo, mentre per il 2026 è atteso un utile netto intorno ai 5 miliardi di yuan (700 milioni di dollari). Sono sicuramente numeri che rendono il gruppo molto meno dipendente da nuovi aumenti di capitale e che rafforzano la posizione negoziale di Zhu nel confronto con Faw.
Per Faw l’investimento in Leapmotor ha un valore strategico. Nonostante il lancio della strategia «All in Nev», le auto elettriche della società rappresentano solo il 10% delle vendite totali. A novembre il colosso pubblico ha consegnato 306 mila veicoli, di cui 35.500 Nev dei propri marchi. La distanza dai concorrenti diretti è ampia: Changan, per esempio, ha venduto 283 mila veicoli nello stesso mese, di cui 125 mila Nev (+23% annuo).
FAW e Leapmotor collaborano già sul fronte tecnico. Dopo la firma del memorandum di marzo, in aprile è stato avviato il primo progetto congiunto: un modello elettrico destinato al marchio Hongqi per i mercati esteri, con avvio della produzione previsto nella seconda metà del 2026.
Zhu ha definito Faw un «investitore relativo», chiarendo che il colosso statale - così come eventuali altri partner - avrà un ruolo più finanziario che operativo. Resta però da capire se, una volta entrata nel capitale, Faw, con alle spalle il governo cinese, potrà influenzare in qualche misura le scelte tecnologiche di Leapmotor e utilizzarle per accelerare la trasformazione dei propri marchi.
La partita sarà monitorata con grande attenzione anche da Stellantis, che può temere un eccessiva ingerenza di Pechino all’interno delle scelte di Leapmotor. Il governo cinese non è probabilmente il socio che il gruppo di Filosa sperava di avere nel partner con cui ha anche una joint venture per esportare, ma anche sviluppare produrre fuori dalla Cina, modelli a marchio Leapmotor in Europa e in altri mercati globali. (riproduzione riservata)