Il colosso cinese dell'auto elettrica Byd ritarderà al 2026 l'avvio della produzione di massa nel suo nuovo impianto in Ungheria, a Szeged. Lo riporta in esclusiva Reuters, aggiungendo che nei primi due anni la produzione sarà ben al di sotto della capacità progettata, secondo quanto riferito da due fonti a conoscenza dei piani dell'azienda.
Contemporaneamente Byd anticiperà l'avvio della produzione nello stabilimento di Manisa, in Turchia, previsto inizialmente per fine 2026. Le stesse fonti affermano che il sito turco supererà significativamente i volumi annunciati e già nel 2027 produrrà molte più auto dell'impianto ungherese, con un'ulteriore accelerazione nel 2028.
Lo stabilimento ungherese, annunciato nel 2023 con un investimento da 4 miliardi di euro, avrebbe una capacità iniziale di 150 mila veicoli l'anno, espandibile fino a 300 mila. Nel 2026 però saranno prodotti solo alcune decine di migliaia di unità. Una terza fonte ha confermato l'avvio rallentato e Byd, pur avendo annunciato il lancio delle operazioni a Szeged per ottobre, non ha fornito una data per l'inizio della produzione di massa.
Lo spostamento del focus produttivo verso la Turchia rappresenta una battuta d'arresto per le ambizioni dell'Unione Europea, che con i dazi sulle auto elettriche cinesi sperava di attrarre investimenti e posti di lavoro industriali sul continente. I veicoli prodotti da Byd in Cina sono soggetti a una tariffa complessiva del 27% per l'ingresso nell'Ue, mentre quelli realizzati in Turchia non sono colpiti da dazi, grazie all'unione doganale.
Il nuovo impianto turco, con un investimento da 1 miliardo di dollari, era previsto con una capacità annua di 150 mila unità. Secondo una delle fonti, Byd prevede di superare questa soglia già nel 2027, producendo modelli come la Seal U elettrica, la Sealion 5 (in versione elettrica o ibrida plug-in) e altri due modelli plug-in. Lo stabilimento ungherese dovrebbe invece produrre modelli come Atto 3, Dolphin e il Seagull a basso costo, anche se alcune fonti indicano varianti diverse, come Atto 2.
L'azienda cinese, che nel Vecchio Continente si muove anche tenendo conto delle valutazioni dello special advisor Alfredo Altavilla, ex braccio destro di Sergio Marchionne in Fca, sta quindi rivedendo le proprie strategie in Europa. Ma l'espansione nel continente sta proseguendo: secondo S&P Global Mobility, le vendite europee di Byd cresceranno dagli 83 mila veicoli del 2024 a circa 186 mila nel 2025, con una proiezione che sfiora le 400 mila unità entro il 2029.
Intanto, oltre all'Europa, Byd si sta espandendo anche in Brasile, dove però è stata coinvolta in un'indagine per presunti abusi sul lavoro da parte di appaltatori cinesi nel cantiere del nuovo impianto. (riproduzione riservata)