Gli Stati Uniti e la Cina hanno esteso la tregua commerciale fino al 10 novembre, poche ore prima che le due maggiori economie mondiali aumentassero reciprocamente i dazi doganali. Le tariffe più elevate saranno sospese per altri 90 giorni, hanno reso noto Pechino e Washington in una dichiarazione congiunta.
"Ho appena firmato un ordine esecutivo che estenderà la sospensione tariffaria alla Cina per altri 90 giorni. Tutti gli altri elementi dell'accordo rimarranno invariati", ha annunciato ieri sera l'inquilino della Casa Bianca su Truth Social. La proroga della sospensione era il risultato atteso dell'ultimo ciclo di colloqui tra i negoziatori commerciali degli Stati Uniti e le loro controparti cinesi, svoltosi a Stoccolma a fine luglio.
Se la scadenza non fosse stata prorogata, i dazi statunitensi sulla Cina sarebbero tornati ai livelli di aprile, quando la guerra tariffaria tra le maggiori potenze commerciali del mondo era al suo apice. All'epoca, Trump aveva aumentato i dazi generali sulle importazioni cinesi al 145% e la Cina aveva reagito imponendo dazi del 125% sui prodotti statunitensi. Le due parti hanno però poi concordato di sospendere la maggior parte di questi dazi a maggio, dopo il primo incontro dei negoziatori a Ginevra. Gli Stati Uniti hanno quindi ridotto i dazi sulle importazioni di beni cinesi al 30% e la Cina ha abbassato le imposte al 10%.
L'ultima estensione della tregua darà più tempo a Cina e Usa per portare avanti i negoziati per la "risoluzione degli squilibri commerciali" e delle "pratiche commerciali sleali", ha affermato la Casa Bianca in una nota, citando un deficit commerciale di quasi 300 miliardi di dollari con Pechino nel 2024, il più consistente tra tutti i partner commerciali di Washington. Secondo la dichiarazione, i colloqui mireranno anche ad aumentare l'accesso degli esportatori statunitensi alla Cina e ad affrontare questioni economiche e di sicurezza nazionale.
Un portavoce dell'ambasciata cinese a Washington ha dichiarato a Bbc che "una cooperazione reciprocamente vantaggiosa tra Cina e Stati Uniti è la strada giusta; la repressione e il contenimento non porteranno da nessuna parte". La Cina ha anche invitato gli Stati Uniti a revocare le restrizioni commerciali "irragionevoli", a collaborare per favorire le aziende di entrambe le parti e a mantenere la stabilità della produzione globale di semiconduttori.
Le due parti stanno continuando a discutere di questioni quali l'accesso degli Usa alle terre rare della Cina, gli acquisti di petrolio russo e le restrizioni imposte dagli Stati Uniti alle vendite di tecnologie avanzate, compresi i chip, a Pechino. Di recente Trump ha allentato alcune di queste restrizioni all'esportazione, consentendo ad aziende come Amd e Nvidia di riprendere le vendite di determinati chip ad aziende in Cina in cambio della condivisione del 15% dei loro ricavi con il governo degli Stati Uniti.
Nonostante la tregua in corso tra Usa e Cina, quest'anno i flussi commerciali tra i due Paesi hanno subito un duro colpo: i dati del governo statunitense mostrano che le importazioni statunitensi di beni cinesi a giugno si sono quasi dimezzate rispetto a giugno 2024. Nei primi sei mesi dell'anno, gli Stati Uniti hanno importato merci dalla Cina per un valore di 165 miliardi di dollari, in calo di circa il 15% a/a. Nello stesso periodo, le esportazioni americane verso la Cina sono diminuite di circa il 20% su base annua.
L'estensione della sospensione tariffaria di oggi è l'ultimo esempio di come i dazi di Trump, che si susseguono a intermittenza, vengano cambiati con scarso preavviso, una dinamica che ha reso la politica commerciale statunitense imprevedibile per molte aziende. Trump ha già annunciato tariffe elevate su Paesi o settori specifici, per poi ridimensionarle, modificarle o sospenderle giorni o settimane dopo. Ad esempio, le "tariffe reciproche" inizialmente introdotte all'inizio di aprile sono state rapidamente sospese e poi rinviate più volte prima di entrare in vigore in una forma modificata la scorsa settimana. ( riproduzione riservata)