Nel giorni in cui l'ufficio di statistica cinese certifica i primi segnali dell'impatto negativo dei dazi dell'amministrazione Usa sul comparto manifatturiero cinese, Trump lancia segnali di appeasement nei rapporti con la Cina.
«Andiamo d'accordo con la Cina. Penso che funzionerà», ha detto il presidente americano in un comizio, sottolineando che «vogliono raggiungere un accordo sui dazi, raggiungeremo un accordo. E sarà un accordo equo». Anche in merito ai negoziati in corso con l'India sulle tariffe, Trump ha detto che «stanno procedendo bene. Penso che troveremo un accordo con l'India» e il segretario al Tesoro, Scott Bessent, ha dichiarato che gli Stati Uniti sono "molto vicini" a un accordo con Nuova Delhi.
Per quanto riguarda il settore manifatturiero cinese l'indice Pmi ufficiale segnala l'entrata in territorio di contrazione in aprile. L'indice ufficiale è sceso di 1,5 punti a quota 49, secondo i dati pubblicati dall'Ufficio nazionale di statistica. Il dato è inferiore al consenso degli economisti a 49,8 punti. I Pmi per le grandi, medie e piccole imprese si sono attestati rispettivamente a 49,2, 48,8 e 48,7 punti, tutti al di sotto della soglia critica dei 50 punti.
Tra i cinque sottoindici che compongono il Pmi, solo i tempi di consegna dei fornitori sono rimasti in territorio di espansione a 50,2 punti. La produzione e i nuovi ordini sono scesi rispettivamente a 49,8 e 49,2 punti, segnalando una domanda più debole. L'occupazione e le scorte sono calate rispettivamente a 47,9 e 47 punti, indicando una minore attività di assunzione e una riduzione delle scorte.
Il Pmi è calato «sui minimi da 16 mesi ad aprile, mentre l'impatto delle tariffe doganali ha iniziato a colpire i produttori», confermano gli economisti di Ing.
Anche secondo l'indice Pmi elaborato da Caixin, istituto cinese privato, e S&P Global il settore manifatturiero cinese si è raffreddato ad aprile, mentre i nuovi ordini destinati all'export sono scesi per la prima volta in tre mesi a causa dei dazi statunitensi. Tuttavia questi indicatori si fermano in terreno positivo a 50,4 punti in aprile dal massimo da quattro mesi a quota 51,2 punti in marzo. La lettura ha comunque battuto il consenso degli economisti a 49,8 punti.
La produzione e le assunzioni sono rallentate a causa della riduzione dei posti di lavoro e delle scorte. Mentre i costi dei fattori produttivi sono diminuiti, le aziende hanno trasferito i risparmi ai clienti riducendo i prezzi. Anche la fiducia delle imprese è diminuita, toccando il terzo livello più basso dall'aprile del 2012. Nonostante le difficoltà, il settore è rimasto in territorio di espansione per il settimo mese consecutivo. Le aziende hanno mantenuto prospettive ottimistiche grazie alle speranze di nuovi prodotti e al sostegno della politica. (riproduzione riservata)