Il presidente Usa, Donald Trump, ha dichiarato che la sua amministrazione sta valutando la possibilità di "interrompere i rapporti commerciali con la Cina per quel che riguarda l'olio da cucina" come ritorsione per il rifiuto di Pechino di acquistare soia dagli Stati Uniti.
La Cina sta commettendo un "atto economicamente ostile, non acquistando deliberatamente la nostra soia e creando difficoltà ai nostri coltivatori di soia", ha affermato Trump su Truth Social, aggiungendo che "possiamo facilmente produrre noi stessi l'olio da cucina, senza bisogno di acquistarlo dalla Cina".
La Cina è stata di gran lunga il principale acquirente di soia dagli Stati Uniti, importandone circa 27 milioni di tonnellate per un valore di quasi 12,8 miliardi di dollari solo nel 2024. Ma nel mezzo della guerra commerciale latente con l'amministrazione Trump, Pechino non sta acquistando soia americana da maggio, anche perché il possibile rinnovo dell' accordo sulla soia, scaduto in gennaio di quest'anno, è stato blocatto dalla nuova politica tariffaria della Casa Bianca.
Dato che i dazi di ritorsione sui prodotti statunitensi hanno reso la soia più costosa per gli importatori cinesi, la Cina ha iniziato ad acquistare il raccolto dai produttori del Sud America.
Uno di maggiori fornitori della Cina, insieme al Brasile, è l'Argentina, che ha sospeso le tasse sulle esportazioni lo stesso giorno in cui l'amministrazione Trump si è impegnata per la prima volta a sostenere l'economia del Paese con uno swap valutario da 20 miliardi di dollari. Il presidente argentino, Javier Milei, ha fatto visita a Trump alla Casa Bianca ieri, poche ore prima che il leader statunitense lanciasse il suo ultimo attacco contro la Cina.
Nel frattempo, le esportazioni cinesi di olio da cucina hanno raggiunto livelli record nel 2024, con gli Stati Uniti che rappresentano il 43% del totale. Il post di ieri sera di Trump segue una serie di recenti attacchi contro la Cina, sollevando interrogativi sullo stato dei negoziati commerciali in corso.
Lo stesso giorno, Trump ha dichiarato che avrebbe imposto un ulteriore dazio del 100% sulle importazioni cinesi a partire dal 1° novembre. Ma domenica il presidente è sembrato allentare la presa dicendo: "non preoccupatevi della Cina, andrà tutto bene!". (riproduzione riservata)