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Azienda Energetico

La Cina dimezza il costo dell'energia ai data center

Ma solo se i gruppi tecnologici che ne fanno più uso, Bytedance, Tencent, Alibaba e altri, utilizzano nelle loro applicazioni semiconduttori cinesi molto più energivori di quelli americani di Nvidia, la cui importazioni sono state bloccate dal governo. I sussidi sono distribuiti a cura delle amministrazioni delle province


06/11/2025 12:56

di Francesca Gerosa - Class Editori

settimanale

La Cina ha aumentato le sovvenzioni che riducono fino alla metà le bollette energetiche dei maggiori data center del Paese, una mossa per sostenere l’industria dei semiconduttori e rafforzare la competizione con gli Stati Uniti nel campo dell’intelligenza artificiale.

Le amministrazioni locali hanno potenziato gli incentivi destinati a gruppi tecnologici come ByteDance, Alibaba e Tencent, colpiti dall’aumento dei costi elettrici in seguito al divieto imposto da Pechino sull’acquisto dei chip AI di Nvidia. 

Le agevolazioni arrivano dopo le lamentele di diverse big tech all’autorità di vigilanza, che hanno segnalato l’aumento dei costi operativi derivante dall’uso di semiconduttori domestici prodotti da Huawei e Cambricon, meno efficienti dal punto di vista energetico rispetto a quelli del colosso statunitense.

Le province con forte concentrazione di data center, come Gansu, nel centro del paese, Guizhou, nel sud, e la Mongolia Interna, al nord, hanno reagito offrendo sussidi fino al 50% sulle bollette elettriche per le strutture che utilizzano chip cinesi. I data center basati su componenti esteri, come quelli Nvidia, non possono beneficiare di tali agevolazioni.

La mossa conferma la strategia di Pechino di ridurre la dipendenza tecnologica da Nvidia e potenziare la produzione interna di semiconduttori, considerata cruciale nella corsa globale all’intelligenza artificiale. Secondo gli esperti, per generare la stessa capacità di calcolo, l’energia necessaria ai chip cinesi di ultima generazione è superiore del 30-50% rispetto a quella richiesta dal modello Nvidia H20. Per compensare le minori prestazioni, Huawei ha scelto di combinare i propri chip Ascend 910C in cluster più ampi, soluzione che però incrementa ulteriormente i costi operativi.

Nonostante i maggiori consumi, la rete elettrica centralizzata cinese resta più economica e, in molti casi, più «verde» rispetto a quella statunitense, senza segnali di carenza nell’immediato. Le province ricche di risorse energetiche come Gansu, Guizhou e Mongolia Interna si sono trasformate in poli strategici per i cluster di data center, innescando una competizione tra governi locali per attrarre i progetti più grandi, anche attraverso incentivi e sconti energetici.

Secondo l’FT, alcuni di questi contributi sono sufficienti a coprire un anno di costi operativi di un data center. Il costo industriale dell’elettricità in queste province è già inferiore del 30% rispetto alle aree costiere più sviluppate e, con le nuove sovvenzioni, scenderà a circa 0,4 yuan (5,6 centesimi di dollaro) per kWh, contro una media di 9,1 centesimi negli Stati Uniti, secondo i dati dell’Us Energy Information Administration.

Negli USA, il costo dell’elettricità varia da stato a stato per effetto di una rete frammentata, mentre gruppi come Meta e xAI di Elon Musk stanno costruendo impianti di generazione propri vicino ai data center per ridurre la bolletta energetica. (riproduzione riservata)


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