Le aziende della Cina continentale stanno invadendo il mercato azionario di Hong Kong, rafforzando lo status della città come palcoscenico principale per le quotazioni secondarie. Una nuova ondata di pesi massimi delle azioni A sta guidando il processo, dominato da produttori di chip, gruppi biotecnologici e produttori avanzati.
Il ritmo è cresciuto costantemente durante settembre, raggiungendo il picco alla fine del mese, quando 18 società hanno presentato domanda in un solo giorno, con quasi la metà di esse già quotate a Shanghai o Shenzhen.
Tra il 24 e il 30 settembre sono state presentate quasi 52 domande, tra cui 16 emittenti di azioni di classe A, un'impennata di fine mese che ha rappresentato quasi il 70% delle operazioni di settembre. In totale, più di 75 società hanno presentato domanda a settembre, a dimostrazione dell'attrattiva di Hong Kong come centro offshore per la raccolta di fondi.
Particolarmente sorprendente è stato l'aumento delle doppie quotazioni. Solo nel mese di settembre, quasi 24 società di azioni A hanno presentato domanda nella città, circa la metà delle 47 nuove domande di quotazione A+H registrate da Kpmg nella prima metà del 2025. Al contrario, secondo i dati raccolti da MT Newswires, nell'intero 2024 sono state presentate solo cinque domande di questo tipo.
Le ragioni di questo fenomeno sono diverse. Tra le,principali c'è la possibilità di accessio a capitale internazionale, perché mercati di Shanghai e Shenzhen sono relativamente chiusi agli investitori stranieri, che vi possono operare solo tramite programmi come lo Stock Connect. Hong Kong, invece, è un mercato aperto e globalizzato, con una base di investitori istituzionali internazionali molto più ampia (fondi pensione, hedge funds, fondi sovrani). Con la doppia quotazione, le aziende cinesi possono raccogliere capitale anche all’estero, non solo dal mercato domestico, e hanno più possibilità di entrare in indici internazionali (MSCI, FTSE, Hang Seng Tech Index), con la conseguenza di attrarre capitali passivi (ETF, fondi indicizzati) che aumentano domanda e stabilitàdel titolo.
Inoltre essere quotati sia nel mercato onshore (Cina continentale) sia offshore (Hong Kong) permette di ridurre il rischio di dipendere da una sola piazza. In momenti di volatilità interna o restrizioni regolamentari, le imprese hanno comunque un canale alternativo di finanziamento.
Poi c'è una ragione più tecnica che consiste nel fatto che i titoli tecnologici cinesi hanno valutazioni più elevate onshore (Shanghai/Shenzhen) rispetto a Hong Kong. La doppia quotazione consente arbitraggio e maggiore liquidità, migliorando la stabilità del titolo. Inoltre, alcune aziende cercano un "prezzo di riferimento" internazionale più equilibrato rispetto a quello gonfiato dai capitali retail interni.
Infine quotarsi a Hong Kong dà più credibilità internazionale: gli standard di disclosure, corporate governance e trasparenza sono più vicini a quelli dei mercati occidentali. Questo è utile anche in ottica di future partnership, M&A o espansioni globali.
La crescente tensione tra Cina e Stati Uniti ha reso più difficile per le aziende cinesi mantenere o ottenere quotazioni a New York (NASDAQ, NYSE), a causa delle richieste di audit e trasparenza da parte della SEC. Hong Kong rappresenta un’alternativa “internazionale” ma ancora sotto influenza cinese, quindi politicamente più sicura. (riproduzione riservata)