La Serbia ha ottenuto un impegno strategico dalla Cina per velocizzare l'esportazione di minerali critici e terre rare indispensabili alla produzione di veicoli elettrici, un passo decisivo per garantire l'approvvigionamento dello stabilimento Stellantis di Kragujevac.
Lo ha annunciato il presidente serbo Aleksandar Vucic nella serata di domenica 29 giugno, sottolineando il ruolo chiave della diplomazia economica nel fronteggiare le attuali criticità della catena di fornitura.Stellantis, gruppo automobilistico globale che controlla marchi come Fiat e Citroën, produce nello stabilimento serbo di Kragujevac modelli come la Fiat Grande Panda e la nuova Citroën C3 elettrica.
Tuttavia l'azienda ha dovuto affrontare difficoltà nell'approvvigionamento di materie prime fondamentali per la produzione di veicoli elettrici, sia in termini di disponibilità che di costi. Tra i materiali coinvolti, anche se non esplicitamente elencati, si ipotizza vi siano litio, cobalto e terre rare, componenti essenziali per batterie e sistemi elettronici. In questo quadro, Stellantis avrebbe sollecitato l'intervento del governo serbo.
A seguito della richiesta, Belgrado ha attivato il proprio canale diplomatico con Pechino, ottenendo una risposta significativa. Secondo quanto riferito da Vucic, il presidente cinese Xi Jinping ha garantito un sostegno diretto tramite una comunicazione ufficiale. Xi ha affermato: "Ho chiesto alle istituzioni competenti in Cina di mantenere stretti contatti con la parte serba e di completare le procedure autorizzative a un ritmo accelerato", riferendosi alla concessione di permessi per l'esportazione dei minerali.
Xi ha inoltre precisato che le restrizioni cinesi all'export di materiali strategici non sono rivolte a paesi amici come la Serbia, rassicurando così sull'intenzione di Pechino di collaborare attivamente.
L'intesa tra Serbia e Cina potrebbe garantire maggiore stabilità alla produzione serba di veicoli elettrici, assicurando continuità nelle linee produttive di modelli come la Grande Panda, che attualmente offre un'autonomia di circa 320 km. Un flusso costante di materiali critici, inoltre, potrebbe contribuire a contenere i costi di produzione, rendendo i veicoli più competitivi anche sul piano del prezzo finale al consumatore.
Per la Serbia, si tratta di una conferma del valore strategico dello stabilimento di Kragujevac, considerato uno dei pilastri industriali del paese. L'impianto impiega migliaia di lavoratori, tra cui anche una nutrita delegazione di operai italiani di Stellantis in trasferta da diversi stabilimenti come Melfi e Atessa.
Le tensioni geopolitiche e le dispute commerciali hanno recentemente spinto la Cina a rafforzare i controlli sulle esportazioni di terre rare e altri materiali strategici. Una mossa che ha messo sotto pressione le catene di approvvigionamento globali, specialmente nel comparto dei veicoli elettrici, dove la domanda di questi minerali è in forte crescita.
Stellantis non ha rilasciato commenti ufficiali sulla questione, ma è chiaro che la disponibilità di materie prime a condizioni favorevoli potrebbe rafforzare la competitività del gruppo nel mercato europeo, dove la domanda per veicoli elettrici accessibili è in aumento. Modelli come la Citroën C3 elettrica, già posizionati su una fascia di prezzo contenuta, potrebbero beneficiare indirettamente di costi produttivi più bassi.
Intanto però, al di là della Serbia, Stellantis è alle prese con i soliti problemi di produzione in Italia, mentre alcune stime in arrivo dagli Usa indicano che la strada che il neo ad Antonio Filosa deve percorrere per rilanciare l'azienda è ancora lunga.
Fino al prossimo 7 luglio lo stabilimento di Cassino si ferma, ma secondo quanto risulta da fonti sindacali non è escluso che lo stop possa essere allungato fino a metà luglio a causa del calo degli ordini per i modelli Alfa Romeo Giulia e Stelvio oltre che per Maserati Grecale.
Ma a preoccupare di più la società è sempre la situazione in Nord America: secondo le stime di Cox Automotive, Stellantis nel primo semestre dell'anno ha venduto negli Usa 591.662 veicoli, il 12,7% in meno dei 677.534 venduti nei primi sei mesi del 2024 e un dato che spinge il gruppo al sesto posto per quota di mercato (il 7,3%) dietro a Gm, Toyota, Ford, Hyundai e Honda. In particolare nel secondo trimestre di quest'anno il calo è del 12,9% da 344.993 a 300.473 veicoli.
Nonostante Filosa, nel frattempo diventato ceo del gruppo, sia a capo del Nord America da ottobre 2024 (ruolo che ha mantenuto per sé anche dopo essere stato nominato group ceo) la società continua a soffrire in quella che è l'area geografica più importante sul fronte della redditività. (riproduzione riservata)