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Cucinelli spinge sulla Cina, nonostante le tensioni sui dazi

Vuole aumentare la sua quota nel paese del Dragone dal 13% attuale al 16% del fatturato complessivo entro tre o quattro anni. La crescita dovrà essere supportata da una più profonda comprensione della cultura cinese e da un aumento della capacità produttiva. Per l'esercizio in corso prevede un aumento del fatturato intorno al 10%


03/06/2025 17:57

di Federica Camurati - Class Editori

settimanale
Brunello Cucinelli

Brunello Cucinelli spinge sul mercato cinese malgrado le tensioni tra Pechino e gli Stati Uniti. L’obiettivo dell’azienda di Solomeo é aumentare l’incidenza del paese del Dragone dal 13% attuale al 16% del fatturato complessivo entro tre o quattro anni, arrivando così ad avere un’esposizione bilanciata del 33% ciascuno tra Europa, America e Asia. Una crescita che dovrebbe essere supportata da una più profonda comprensione della cultura cinese e da un aumento della capacità produttiva. «Ricordiamo che l’esposizione di Brunello Cucinelli al mercato asiatico è di circa il 27%, rispetto a un’esposizione media del settore di circa il 41%», ha osservato Banca Akros commentando un aggiornamento del management.

«La situazione geopolitica generale e le tensioni in corso tra Cina e Stati Uniti non sono favorevoli alla strategia del marchio né alla domanda di beni di lusso», hanno proseguito gli analisti, confermando il rating buy e il target price di 130 euro. «Tuttavia, nonostante questo contesto incerto, la società non ha osservato cambiamenti nelle tendenze dei clienti ad aprile e maggio, grazie al suo posizionamento come marchio di lusso puro». Un andamento che conferma la guidance di un fatturato in miglioramento attorno al +10% per l’esercizio in corso, già ribadita in occasione dei risultati finanziari del primo trimestre 2025.

Il management della società umbra specializzata nel cashmere ha inoltre confermato aumenti di prezzo del 3-4% a partire dal 1° luglio sul mercato statunitense per le collezioni autunno-inverno e anche i piani di sviluppo della rete di negozi, con 3-4 nuove aperture all’anno per i prossimi anni assieme a 4-5 tra ampliamenti e rinnovi di boutique esistenti. Confermato infine anche lo stato di avanzamento del piano di capex per l’espansione della capacità produttiva, che la società prevede di chiudere anticipatamente già a fine 2025. «Pertanto, l’incidenza dei capex è vista raggiungere un picco del 10,5% del fatturato nell’anno corrente per normalizzarsi al 7-7,5% dal 2026, come anticipato dalla società nell’ultima call», ha affermato Equita.

Secondo la banca d’investimento, si tratta di «indicazioni coerenti con i recenti messaggi della società» che confermano così un outlook di solida crescita nonostante il difficile contesto di settore. «Allo stesso tempo tuttavia le valutazioni riflettono a nostro avviso pienamente i punti di forza dell’equity story, con il titolo a 51x pe 12m fwd vs 43x pe medio storico a 10 anni e 49x medio negli ultimi tre anni di costante sovraperformance del gruppo rispetto ai peers», hanno concluso gli analisti di Equita. (riproduzione riservata)


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