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Riparte anche il lusso trainato dai consumi in Cina e Sudcorea

La spesa di beni di lusso in Corea è aumentata del 19% a maggio dopo il +8% di aprile. La conferma arriva anche da Prada, che ha dichiarato un ritorno alla crescita delle vendite a fine giugno. I dati di Hong Kong rimangono invece molto deboli, con vendite in calo del 36% a maggio e il turismo azzerato. In forte calo anche il Giappone


17/07/2020 10:42

di Federica Camurati - Class Editori

settimanale

Comincia a rimettersi in moto, seppur gradualmente, il settore dei beni di lusso. Se i dati del Global luxury demand indicator di BofA-Bank of America mostravano tra aprile e maggio un crollo del 53% della domanda globale, il periodo maggio-giugno ha evidenziato un tangibile miglioramento del trend e anche i dati iniziali relativi al bimestre giugno-luglio risultano incoraggianti.

Già nei primi giorni di luglio la spesa per il lusso negli Stati Uniti è passata a flat anno su anno e se le parziali riaperture dei negozi in Europa sono state migliori del previsto, a sovraperformare è l’area asiatica, con Cina e Corea in testa che continuano ad accelerare. La spesa di beni di lusso in Sudcorea è aumentata del 19% a maggio dopo il +8% di aprile. La conferma arriva anche da Prada, che ha dichiarato un ritorno alla crescita delle vendite a fine giugno. I dati di Hong Kong rimangono invece molto deboli, con vendite in calo del 36% a maggio e il turismo azzerato.

Lo stesso Patrizio Bertelli, ceo di Prada, lo aveva confermato qiualche settimana fa. «In Cina, Corea e Taiwan  le vendite stanno andando bene, con una crescita a doppia cifra ad aprile. A Hong Kong e Macao l’attività è più rallentata perché sono piazze che dipendono molto dal turismo». 

Secondo trimestre debole anche per il Giappone (-46%) in seguito alle nuove restrizioni messe in atto dopo un primo trimestre già in diminuzione del 7%. «Per il secondo trimestre, prevediamo che i ricavi del lusso saranno ancora in calo del 10% in Asia, con il Giappone escluso, contro il -30% del primo trimestre», hanno affermato gli analisti della banca americana.

«Per l’intero settore stimiamo invece un calo del fatturato del 40% nel secondo trimestre e un primo semestre complessivamente flat. A livello settoriale siamo in linea con l’ebit del 2021, ma la variazione sui singoli titoli è ampia. Abbiamo una chiara preferenza per Lvmh e Burberry, valutati con un rating buy, piuttosto che per Kering e Hugo Boss, valutati underperform. Abbassiamo anche le nostre previsioni sull’utile per azione 2021 di Smcp del 30%».

In Europa, la spesa del turismo di lusso misurata in base ai rimborsi fiscali è diminuita del 98% a giugno, senza evidenziare alcun miglioramento nel secondo trimestre. La domanda locale sta comunque guidando la ripresa, con la maggior parte delle aziende di lusso che dichiarano riaperture migliori del previsto. «Ci aspettiamo che i ricavi del lusso europeo siano in calo del 57% nel secondo trimestre contro il -10% del primo trimestre», ha proseguito il report.

«Negli Stati Uniti, i nostri dati relativi alle carte di debito e di credito per il lusso sono in calo del 16% a giugno, in netto miglioramento dopo la riapertura di circa l’80% dei negozi rispetto al -58% di maggio, e in diminuzione del 50% in totale nel secondo trimestre. Numeri che tuttavia non sono migliorati a giugno, probabilmente influenzati dai disordini sociali e dalla seconda ondata di contagi in aumento. Ci aspettiamo un fatturato Usa in calo del 56% nel secondo trimestre». (riproduzione riservata)


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