Hong Kong «tira, sta riprendendo bene». Riccardo Uleri presidente e ceo di Longino & Cardenal Ltd, importatore di cibi rari e preziosi e punto di riferimento per l’alta ristorazione, è positivo sul mercato dell'ex colonia britannica. Ha chiuso il 2024 a 2,980 milioni di euro, il 3,9% in più rispetto al 2023. «Hong Kong ha sofferto parecchio durante il covid. Di fatto, è rimasta chiusa un anno in più rispetto al resto del mondo. Il 2023 e il 2024 sono stati in crescita ma soprattutto quest'anno sta andando bene», ha spiegato l'imprenditore. «Parecchie aziende hanno trasferito le sedi verso Singapore e verso la Thailandia. Adesso lentamente la situazionec si sta riprendendo soprattutto a Macao dove stiamo crescendo a due cifre».
Longino & Cardenal è a Hong Kong dal 2013. «Abbiamo una gamma di prodotti molto vasta anche perché la zona è molto aperta all'importazione di prodotti esteri. È un porto franco, non si pagano dazi, non esistono di fatto proibizioni: basta solo confirmarsi a quanto richiedono a livello sanitario. L'unico 'protezionisno' è il certificato che richiedono per i prododotti: sulla carne fresca, per esempio, è abbastanza semplice adeguarsi anche se la certificazione deve provenire da un produttore che sia residente in un solo Stato. Se uno compra la carne nata in Germania, e macellata in Italia farà fatica a produrre un certificato come vogliono».
Longino & Cardenal importa a Hong Kong carne di Fassona piemontese che, dice Uleri, "va moltissimo". Insieme a questa, in arrivo da un piccolo produttore artiguano di Alba (CN) "importiamo carne spagnola". È tutta carne che arriva da piccoli produttori artigianali che curano l'allevamento in modo sostenibile.
«Cerchiamo di portare a Hong Kong quello che proponiamo anche in Italia. Quest'anno abbiamo inserito la carne waygu australiana e le vongole spagnole allevate in alto mare. Ogni anno, comunque, aggiungiamo i prodotti della nostra gamma». ha continuato l'imprenditore, «il mercato del food&&beverage è molto alto come qualità. Noi ci rivolgiamo a una nicchia di persone che possono permettrsi ristoranti di qualità e a tutto il mondo degli expat».
L'offerta di prodotti coinvolge anche i supermercati nel centro delle città, nei centri commerciali che hanno una qualità altissima. Di italiano Longino & Cardenal importa burrata, mozzarella «soprattutto burrata, nonstante il cinese non sia un grande consuamtore di latticini in generale. Ma la burrata è una cosa che apprezzano tanto. I salumi vanno ma non tanto: i residenti di Hong Kong non amano particolarmente i prodotti salati: il sale è cosa un po' europea. Loro utilizzano le fermentazioni, come la soia o il miso: per questo il prodotto salato fa molta fatica». E la pasta? «Naturalmente la importiamo, soprattutto nei tanti ristoranti italiani. Localmente c'è la tradizione di noodles, la pasta piace ma è un po' confinata al mercato italiano nei ristoranti italiani». Nella zona l'azienda serve oltre 300 ristoranti e alberghi.
«Piace molto il pesce anche se non hanno passione di pesce molto saporito, come quello del Mediterranei, per intenderci», ha aggiunto Uleri, «preferiscono un prodotto più neutro, come quello proveniente dall'oceano Pacifico. A Hong Kong vogliono un pesce dal gusto abbastanza delicato. Noi lavoriamo tantissimo con pesce allevato: branzino, orate, tonno non allevato ma messo in gabbie e alimentato in modo da stabilizzare il contenuto di grasso. Viene quasi tutto dalla Spagna».
Da Hong Kong alla Cina il passo sembra breve, ma non è così. «È molto difficile esportare in Cina. È abbastanza chiusa. È semplice importare il prodotto secco, come vino, olio o pasta, ma il prodotto fresco è veramente molto difficile. E il nostro asset è costituito proprio da prodotti freschi».
Longino & Cardenal ha chiuso il 2024 con ricavi pari a 36,9 milioni di euro, in crescita del 3,1% rispetto a 35,8 milioni di Euro nel 2023, con un andamento positivo per quasi tutte le società del gruppo e del canale B2C. L’ebitda è pari a 900 mila euro, in crescita nel 9,3% rispetto a 800 mila euro del 2023, con un’incidenza sul fatturato che passa dal 2,2% nel 2023 al 2,4% nel 2024. (riproduzione riservata)