La Cucina italiana entra nei patrimoni culturali immateriali dell'umanità. È la prima cucina al mondo ad essere riconosciuta nella sua interezza. Lo ha deciso, all'unanimità, il Comitato intergovernativo dell'Unesco, che si è riunito a New Delhi, in India.
La cucina italiana è una "miscela culturale e sociale di tradizioni culinarie", "un modo per prendersi cura di se stessi e degli altri, esprimere amore e riscoprire le proprie radici culturali, offrendo alle comunità uno sbocco per condividere la loro storia e descrivere il mondo che li circonda", è la motivazione. La premier, Giorgia Meloni, ha annunciato la decisione dell'Unesco sottolineando il risultato storico raggiunto dall'Italia.
«Già oggi esportiamo 70 miliardi di euro di agroalimentare, e siamo la prima economia in Europa per valore aggiunto dell'agricoltura. Questo riconoscimento imprimerà al Sistema Italia un impulso decisivo per raggiungere nuovi traguardi», ha sottolineato la premier.
Secondo un'indagine Coldiretti-Censis, il 94% degli italiani ritiene che il riconoscimento della cucina italiana come patrimonio dell'Unesco sia un'opportunità di sviluppo per l'economia italiana e per l'Italia in generale. La cucina italiana vale oggi nel mondo ben 251 miliardi di euro, con una crescita del +5% rispetto all'anno precedente, secondo l'analisi Coldiretti su dati Deloitte Foodservice Market Monitor 2025.
I soli Stati Uniti e Cina rappresentano insieme oltre il 65% dei consumi globali per la cucina italiana. Il riconoscimento, sottolinea l'associazione, è importante anche per fare chiarezza rispetto alla proliferazione dell'italian sounding, con oltre un italiano su due (53%) che all'estero si ritrova abitualmente a tavola pietanze e prodotti tricolori "taroccati", fatti con ingredienti o procedure che non hanno nulla a che fare con la vera tradizione culinaria nazionale, secondo Ice.
«L’Asia-Pacifico guiderà l’espansione, con una crescita prevista di circa tre punti percentuali tra il 2024 e il 2029. In Italia, il mercato si sta trasformando rapidamente, aprendo spazi significativi per lo sviluppo di format digitali, scalabili e in linea con le nuove preferenze generazionali. Proprio in questa direzione, saranno i Quick Service Restaurant a trainare la crescita in Italia», ha sottolineato Tommaso Nastasi, Partner e Value Creation Service Leader di Deloitte Italia. (riproduzione riservata)