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Industria

Non solo il prezzo nel successo dell'auto elettrica cinese

La Cina ha superato la Germania diventando il primo produttore di automobili elettriche a livello mondiale, quando solo due anni prima importava ancora la maggior parte dei veicoli: una storia di successo all'interno di un ecosistema tecnologico. L'analisi di Payden & Rygel


17/06/2025 16:19

di Mauro Romano - Class Editori

settimanale
Un robot nella fabbrica di auto Nio

Nel 2024, la Cina ha superato la Germania diventando il primo produttore di automobili elettriche a livello mondiale, quando solo due anni prima importava ancora la maggior parte dei veicoli: una storia di successo all'interno di un ecosistema tecnologico in rapida espansione come quello cinese che, guidato da una forte regia governativa, ha dimostrato di essere in grado di competere con i colossi del tech globale.

Ad oggi, come osserva in un'analisi Jeffrey Cleveland, Chief Economist di Payden & Rygel, il 60% della produzione di auto elettriche fa capo a Pechino, un risultato frutto di una complessa strategia industriale articolata in tre fasi che comincia con il trasferimento tecnologico degli anni 80, prosegue con importanti investimenti governativi e culmina con l'attuale espansione internazionale.

Una delle chiavi del successo degli EV cinesi è il loro prezzo competitivo: un'auto elettrica in Cina costa in media il 33% in meno rispetto ad una tradizionale, quando negli Stati Uniti e in Europa gli EV hanno un prezzo di almeno il 40% superiore rispetto ai veicoli a combustione. La ragione di questa economicità, spiega l'esperto, risiede nel costo ridotto delle batterie e nel controllo dell'intera catena produttiva da parte di Pechino, che riveste un ruolo di primo piano lungo tutta la filiera, generando forti economie di scala.

La maggior parte dei colossi tech cinesi, prosegue l'analisi, ha adottato simultaneamente diverse tecnologie avanzate, sfruttandone le sinergie: grandi produttori di telefoni si sono lanciati nell'industria delle auto elettriche e nomi dell'automotive hanno investito in robotica.

Aziende produttrici di veicoli elettrici come Li Auto e XPeng hanno investito molto in robotica, sviluppando sensori di percezione e interazione, algoritmi avanzati e telecamere lidar, tutte componenti essenziali per la robotica industriale e umanoide. Il controllo sulla supply chain EV ha creato un vantaggio competitivo di Pechino anche in questo settore: la Cina detiene oggi il 63% delle aziende chiave nella filiera globale dei componenti per robot umanoidi.

Huawei, principale fornitore cinese di infrastrutture ICT e già produttore di batterie e componenti fondamentali per la realizzazione di droni, sta spingendo in questa direzione e, grazie al suo primato nelle infrastrutture di rete, ha iniziato ad effettuare consegne commerciali con i droni a bassa quota, iniziativa simile a quella tentata da Amazon, che però si scontra con le più stringenti normative di sicurezza degli Stati Uniti. E l'elenco potrebbe continuare, ma il messaggio è chiaro: il "multi-teching" non è più solo una prerogativa delle Big Tech statunitensi.

Con l'espansione della produzione verso tecnologie di frontiera come l'intelligenza artificiale e i semiconduttori, prosegue l'esperto, la Cina sta attirando sempre più l'attenzione degli investitori, per quanto gli Stati Uniti restino leader di settore e vi sia la convinzione diffusa che, a differenza di quanto accaduto con le auto elettriche, il Dragone faticherà a colmare il divario. Il dado non è ancora tratto, però, e, nonostante la sua capacità limitata di produrre chip all'avanguardia, la Cina ha già sviluppato un numero di Large Language Model (LLM) sovrapponibile a quello degli Stati Uniti.

I semiconduttori sono già parte integrante dell'infrastruttura tecnologica cinese: Pechino controlla oltre l'80% della lavorazione degli elementi delle terre rare, inclusi materiali fondamentali per i semiconduttori, come il gallio di qualità inferiore, il tungsteno e il magnesio.

Dal 2014, il governo cinese ha investito annualmente notevoli risorse nel settore dei semiconduttori, così che tra il 2010 e il 2022 il numero di aziende specializzate in questo campo è aumentato di sei volte. Nonostante rimangano aperte sfide decisive, il modello di sviluppo adottato nel settore dei veicoli elettrici rappresenta un valido esempio per altre tecnologie emergenti come i semiconduttori e il machine learning, conclude l'esperto. (riproduzione riservata)


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