Il Messico ha approvato nuovi dazi sulle importazioni asiatiche, allineandosi agli Stati Uniti per rafforzare le barriere commerciali contro la Cina nel tentativo della presidente Claudia Sheinbaum di proteggere l'industria interna.

Ieri, il Senato ha votato a favore del disegno di legge che impone tariffe tra il 5% e il 50% su oltre 1.400 prodotti provenienti da Paesi asiatici che non hanno un accordo commerciale con il Messico. La legge è stata approvata con 76 voti favorevoli, cinque contrari e 35 astensioni.

I nuovi dazi entreranno in vigore a partire dal prossimo anno e colpiranno una vasta gamma di prodotti, dall'abbigliamento ai metalli fino ai componenti auto. L'approvazione della legge è avvenuta sullo sfondo dei negoziati di Sheinbaum con il presidente Usa, Donald Trump, e delle pressioni per allinearsi alle sue richieste, fattori che alimentano le speranze che i dazi messicani sui prodotti cinesi possano facilitare la riduzione delle pesanti tariffe statunitensi su beni come acciaio e alluminio messicani.

Sebbene Sheinbaum abbia pubblicamente negato collegamenti con la strategia di Trump contro la Cina, i nuovi dazi sulle importazioni somigliano molto all'approccio del presidente statunitense. Per decenni il Messico ha praticato il libero scambio più di quasi qualunque altro paese delle Americhe, siglando decine di accordi commerciali in tutto il mondo. Ma il partito Morena di Sheinbaum, di orientamento a sinistra, sta ora prendendo una direzione diversa.

Il ministero delle Finanze messicano stima che i nuovi dazi genereranno 52 miliardi di pesos (2,8 miliardi di dollari) di entrate aggiuntive il prossimo anno. Sheinbaum aveva presentato la proposta al Congresso all'inizio di settembre, ma le pressioni dei governi asiatici e degli oppositori interni — comprese le associazioni imprenditoriali — ne hanno ritardato l'approvazione.

I produttori che dipendono da componenti provenienti da Cina, India, Corea del Sud e altri Paesi hanno avvertito di rincari che potrebbero alimentare l'inflazione. L'atteggiamento di Sheinbaum sui dazi è in linea con le preoccupazioni statunitensi riguardanti il cosiddetto trasbordo delle esportazioni cinesi attraverso Paesi terzi (rerouting), e segue l'iniziativa presa dal Canada lo scorso anno per imitare le tariffe americane su auto elettriche, acciaio e alluminio provenienti dalla Cina.

Il Ministero del Commercio cinese ha dichiarato in risposta di "sperare che il Messico corregga al più presto le sue pratiche errate di unilateralismo e protezionismo". La Cina monitorerà attentamente l'attuazione delle misure e ne valuterà l'impatto, ha aggiunto il ministero in una nota.

Pechino registra un ampio surplus commerciale con il Messico: lo scorso anno ha esportato 71 miliardi di dollari in più rispetto a quanto importato, secondo i dati doganali cinesi. Sebbene minerali e concentrati di rame possano diventare un potenziale bersaglio di eventuali ritorsioni cinesi, il Messico probabilmente riuscirebbe a trovare altri acquirenti grazie alla forte domanda di questo metallo, fondamentale per l'industria delle energie rinnovabili.

Le auto cinesi rientreranno tra i beni più colpiti, con dazi al 50%. Il vasto settore automobilistico cinese detiene attualmente il 20% del mercato messicano, una quota cresciuta rapidamente rispetto ai minimi di soli sei anni fa. Funzionari messicani e associazioni automobilistiche locali hanno sostenuto i nuovi dazi, nel tentativo di proteggere la produzione nazionale di veicoli, un pilastro dell'industria manifatturiera del paese. (riproduzione riservata)