I cinquecento anni dalla morte di Leonardo sono stati celebrati a Shanghai con un appuntamento che ha riunito alcune delle più rappresentative associazioni presenti in città sotto l’egida dell’Accademia della cucina italiana e con il patrocinio del Consolato Generale d’Italia. Non è stato semplice trovare il raccordo su di un progetto con le diverse associazioni ma questa volta Leonardo ha fatto il miracolo.
L’Associazione italiani degli Accademici in Cina, l’Associazione dei lombardi e quella dei toscani, tutti insieme hanno dato vita a una serata che ha trovato il giusto equilibrio tra le dissertazioni accademico culturali e una cena che, sulle orme culinarie di Leonardo, ha riproposto con buon esito alcuni dei suoi piatti.
L’apporto determinante del Console generale di Shanghai, Michele Cecchi, in termini di partecipanti qualificati, tra cui il Console generale di Francia, Il direttore del Musec di Lugano e la Signora Tek, fondatrice con il marito dello Yuz Museum, hanno contribuito ad un apprezzamento delle portate leonardesche.
Durante questo 2019 di eventi e momenti commemorativi leonardeschi ve ne sono stati molti; il gruppo che ha organizzato e ideato questa serata ha voluto focalizzare l’attenzione su due aspetti. Il primo è la la creatività che, a partire da Leonardo, può essere contenuta in misura diversa in ognuno di noi, come ha ricordato il Andrea Baldini, docente presso l’Università di Nanchino, che ha circoscritto il proprio intervento a questo aspetto.
L’altro era di offrire una lettura della caratterialità di Leonardo avendo presente le sue adombrate origini e la sua fanciullenza come analiticamente trattata da Sigmund Freud nel testo “Leonardo” pubblicato nel 1910.
La storia delle sue origini si fonda forse nella leggenda ma una serie di spunti circostanziati porterebbero a supporre che la famosa madre Caterina fosse una schiava cinese proveniente dall’Oriente ed arrivata a Caffa o Tana, porti dell’Asia minore nella Penisola di Crimea, terminale della Via della seta.
Questa traccia la si troverebbe nei suoi dipinti caratterizzati dai tratti somatici soprattutto ritrovati nei dettagli degli occhi: a questo riguardo è stato mostrato il dipinto S.Anna, la Vergine ed il bambino, nonchè nella tecnica dei paesaggi che, a quel tempo non erano ancora conosciuti in Europa ma in Cina erano già stati utilizzati a partire dal IX secolo, durante la dinastia Song.
La presentazione dei vini, tutti eccellenti e che ripercorrevano le tracce della sua vita, dalla Toscana alla Lombardia e la spiegazione da parte dello chef di ogni piatto, in particolare del risotto allo zafferano, inventato quasi sicuramente da Leonardo durante la sua permanenza alla corte degli Sforza, hanno garantito il risultato finale.
La presenza del Console di Francia è stata importante quale fil rouge tra i due paesi perchè Leonardo ha trascorso dal 1515 gli ultimi anni della sua vita presso il maniero di Clouxe, residenza di Re Francesco I che gli è stato vicino al momento della morte.
Tra l'altro proprio ieri vi èstato il nulla osta da parte del Tar del Veneto, dopo un' accesa querelle, a trasferire in prestito al Louvre per la mostra leonardiana “L’uomo vitruviano”.
Ciò ben si lega ad una dichiarazione del sottocuoco di Francesco I, secondo il quale «il re e Leonardo hanno un ottimo rapporto, sono entrambi amanti dell’arte ed entrambi hanno una passione comune per la cucina».
Il prossimo mese Shanghai sarà ricca di eventi e una collaborazione, come nella serata leonardesca, può rappresentare un modello importante ed efficace di divulgazione della cultura italiana nell’accezione più ampia per avere visibilità nell’ambiente cinese, alla vigilia di una scadenza importante nelle relazioni bilaterali. Il prossimo anno ricorreranno le celebrazioni dei 50 anni delle relazioni diplomatiche tra Cina e Italia, all'insegna degli scambi culturali e turistici.
* managing director a Shanghai di Savino Del Bene, azienda di trasporti internazionali e logistica. Vive e lavora in Cina da oltre 25 anni.