I capitali privati non investono più nel fossile, ma si orientano verso gli investimenti clean. Lo mette in evidenza il Rapporto Ener2Crowd sulla Finanza Energetica 2024, secondo il quale quest'anno l'ammontare degli investimenti clean sono più del doppio rispetto a quelli nei settori tradizionali/fossile.
"L'ammontare complessivo degli investimenti nel settore dell'energia ha superato i 3.000 miliardi di dollari", sottolinea Giorgio Mottironi, cso e co-fondatore della società benefit Ener2Crowd, chief analyst del GreenVestingForum, il forum della finanza alternativa verde, nonché Special Assistant to the Secretary-General for Environmental and Scientific Affairs dell'Organizzazione Mondiale per le Relazioni Internazionali (Woir).
Basandosi su dati Aie, Ener2Crowd.com evidenzia che a trainare la crescita è soprattutto la Cina, che nelle rinnovabili investe più del doppio rispetto all'Ue e più del quadruplo degli Usa. Questi ultimi sono invece i principali finanziatori del fossile con circa 200 miliardi di dollari allocati a tal fine per il 2024. Gli investimenti in Ue sono complessivamente comparabili a quelli negli Stati Uniti, osservano gli analisti, ma bilanciati a favore del settore clean grazie alle politiche di transizione sostenibile, con un'importantissimo focus sull'efficienza energetica negli usi finali dove l'Europa mantiene una forte leadership culturale e tecnologica.
«L'Ue può essere il centro dello sviluppo sostenibile battendo tecnologicamente e finanziariamente i concorrenti occidentali e rappresentando un modello per tutte le economie emergenti», ha aggiunto Mottironi.
Nell'ambito dell'energia, gli investimenti nel settore fossile sono diminuiti passando da 1.400 a 900 miliardi di dollari dal 2015 a oggi; mentre quelli nel settore clean sono più che raddoppiati arrivando quest'anno a superare i 2.000 miliardi di dollari. «Il ruolo tra i due settori si è completamente invertito, nonostante ancora oggi si investa e si sovvenzioni troppo il fossile a discapito di rinnovabili, accumuli ed efficienza energetica», secondo Niccolò Sovico, ceo e co-fondatore di Ener2Crowd.com.
La tecnologia regina di questa importante crescita degli investimenti nelle fonti rinnovabili è il solare fotovoltaico che ha raccolto più fondi di tutte le altre tecnologie (fossili e non) messe insieme: 480 miliardi di dollari investiti nel 2023 con una proiezione ad oltre 500 miliardi per il 2024.
«Il solare fotovoltaico è l'asset di investimento preferito dai grandi fondi istituzionali e specializzati, perché rappresenta l'opportunità di generare un dividendo climatico dalla riduzione di costi di produzione e consumo e dalla riduzione delle emissioni di CO2. Se un tempo si parlava di tecnologie per ridurre le emissioni in termini di costo alla tonnellata, oggi è più che evidente che ogni tonnellata di CO2 rimossa dall'atmosfera grazie alle rinnovabili ed all'efficienza energetica rappresenta un guadagno per tutti gli attori coinvolti e dunque una importante e sicura prospettiva di rendimento finanziario», puntualizzano gli specialisti di Ener2Crowd.com.
Da dove vengono i fondi? Nel settore dell'energia, la maggior parte della spesa (investimenti) è sostenuta da aziende e governi, mentre la partecipazione dei privati è del 15%. Ma in ambito del "clean energy" il ruolo dei privati cambia completamente, arrivando a rappresentare quasi la metà della spesa sostenuta.
Questo ruolo, però, è oggi riservato a chi possiede maggiore ricchezza e può investire direttamente nell'acquisto di pannelli fotovoltaici o di veicoli elettrici. "Ancora molta strada deve essere fatta per aumentare la quota di inclusione finanziaria, come possibilità di partecipazione diretta dei capitali privati a sostegno di investimenti come possibilità di accesso a soluzioni green da parte di porzioni sempre più ampie di popolazione", rilevano gli specialisti di Ener2Crowd.com. (riproduzione riservata)