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Azienda Finanza

Generali punta ad allargarsi nel business danni in Cina

Il gruppo assicurativo triestino, guidato da Philippe Donnet, parteciperà, secondo fonti di mercato, alla gara per acquisire la maggioranza della jv che lega Generali a China national petroleum corporation. Il Leone è alleato storico di Cnpc con cui collabora da vent'anni nel ramo vita


07/11/2023 10:28

di Andrea Deugeni - Class Editori

settimanale
Philippe Donnet, ceo di Generali Group

Cambio di assetto in vista per Generali China Insurance. China National Petroleum Corporation (Cnpc) ha deciso di mettere in vendita il proprio 51% nella joint venture nel ramo danni con Assicurazioni Generali. La notizia è stata data dallo stesso colosso energetico cinese, interamente controllato dallo Stato. La dismissione, tramite gara pubblica con la supervisione della China Banking and Insurance Regulatory Commission, potrebbe consentire al Leone di rafforzarsi. Secondo quanto riferiscono alcune fonti finanziarie a MF-Milano Finanza, Generali, l'unico gruppo straniero nel Dragone ad operare sia nel Vita sia nel Danni, dovrebbe infatti partecipare alla gara.

La collaborazione fra le due compagnie risale al 2002, quando grazie alla partnership nelle polizze vita con uno dei principali gruppi economici cinesi che oggi fattura quasi 500 miliardi di dollari e impiega più di un milione di lavoratori in giro per il mondo, Generali era stato il primo operatore assicurativo straniero a ottenere la licenza per operare nel promettente mercato locale. Il mercato era stato allora aperto dall’ex co-amministratore delegato della compagnia Sergio Balbinot, ora presidente di Allianz Italia.

Il Leone e Cnpc avevano dato vita a Generali China Life Insurance, jv paritetica che ha proiettato il Leone tra i primi sei gruppi internazionali nel ramo vita (13,7 miliardi di dollari di attivi) grazie anche al più esteso piano previdenziale del mondo a favore dei 390 mila dipendenti cinesi di Cnpc. Con 3,2 miliardi di euro di ricavi, Generali China Life contribuisce ora in modo significativo al fatturato e ai risultati operativi di gruppo.

La formula della joint venture locale era poi stata replicata nel 2007, sempre da Balbinot, anche nel business danni dando vita a Generali China Insurance. Nel 2009 Generali aveva ceduto l’1% del proprio pacchetto al partner, che nel 2016 aveva a sua volta trasferito l’intera partecipazione (del 51%) a Cnpc Capital, un’unità di gestione finanziaria. Non è chiaro cos’abbia spinto il colosso petrolifero a dismettere la propria quota in un gruppo che si posiziona al momento fra le principali compagnie a capitale misto di media dimensione in Cina.

Nel 2022 Generali China Insurance ha realizzato solo 167 milioni di euro di ricavi, ma il gruppo opera nel secondo mercato danni più grande del mondo, un’area che cresce a doppia cifra. Come fatto con le jv in India (Future Generali India), Donnet dunque potrebbe spingere la crescita acquistando le quote di Cnpc, una strategia oltretutto coerente con il piano industriale «Lifetime Partner 24» che prevede un rafforzamento della compagnia nei mercati in rapida crescita. Dall’aprile del 2018 Pechino ha gradualmente innalzato il tetto alla proprietà straniera nel settore assicurativo.

Dopo l’allentamento delle restrizioni sulle società di capitali a controllo estero, nel 2019, il competitor di Trieste, la tedesca Allianz Life Insurance ha creato la prima holding assicurativa nel Dragone interamente controllata da una società straniera. Due anni dopo il bis con il primo asset manager assicurativo a capitale non cinese. La scelta potrebbe essere ora replicata dal Leone. (riproduzione riservata)


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