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Politica

Made in Italy, Sace in Cina spinge su farmaci e sanità

Nel primo mercato per le esportazioni italiane (13 miliardi nel 2019) la società di sostegno alle esportazioni del gruppo Cdp prevede un ritorno alla crescita già nel 2021, e un aumento dell’export italiano verso l’area del 9%, grazie anche agli altri mercati asiatici


10/09/2020 14:47

di Mauro Romano - Class Editori

settimanale
Pierfrancesco Latini, amministratore delegato Sace

Salute e farmaceutico sono i settori su cui dovrà puntare l'export italiano in Cina. "In Asia i venti della ripartenza soffiano ma con non poche difficoltà: le previsioni dell’export nel 2020 sono negative (-10,9%) e riflettono le stime sull’andamento del Pil della regione, che interromperà due decenni di forte crescita", si legge nell'ultimo rapporto export di Sace, presentato oggi in videoconferenza con la partecipazione dei ministri dell'Economia e degli Esteri, Roberto Gualtieri e Luigi Di Maio, "Nonostante lo shock, si prevede un ritorno alla crescita per i Paesi asiatici già nel 2021, e un aumento dell’export italiano verso l’area del 9%". 

In Cina, primo mercato asiatico dell’export italiano con quasi 13 miliardi di euro nel 2019, il calo delle esportazioni nel 2020 (-8%) segna una riduzione delle vendite nel Paese per il terzo anno consecutivo, ricorda la società di assicurazione crediti e sostegno alle esportazioni del gruppo Cdp. Questo risultato riflette, in parte, il minor vigore della crescita cinese osservato negli ultimi anni, anche a seguito del cambiamento del modello di sviluppo di Pechino, più orientato ai consumi domestici.

Così come nel 2019, anche nel 2020 la performance negativa segue il sensibile calo dei beni di investimento (-9,5%), che rappresentano il 46% delle esportazioni totali nel Paese, e in particolare della meccanica strumentale (-12,1%). Negativo anche l’andamento dei beni di consumo (-16,8% nel 2020), penalizzato dal calo delle vendite in due settori fortemente colpiti dalla crisi quali tessile e abbigliamento (-21,5%) e legno (-21,2%).

Comunque l’export italiano in entrambi i raggruppamenti ripartirà nel 2021 (+5,9% i beni di investimento, +6,1% i beni di consumo), anche se bisognerà attendere il 2022 per un ritorno ai valori esportati pre-Covid. Continua invece a crescere l’export della chimica (+10,2% nel 2019), e appunto i prodotti dell’industria farmaceutica, per i quali l’emergenza sanitaria potrebbe addirittura aprire importanti opportunità nel Paese (+11,6% nel 2020). Essendo il primo paese colpito dal virus, la Cina è stato anche il primo a uscire dalla fase di lockdown e si prevede una ripresa incoraggiante delle nostre vendite dal prossimo anno (+4,6% nel 2021).

In Asia emerge anche il Vietnam. E prospettive positive emergono anche per le energie rinnovabili in Thailandia, per via degli incentivi nel settore; e alimentari e bevande in Giappone, Paese di consumatori dai gusti sofisticati e da una delle più alte capacità di spesa pro capite al mondo. (riproduzione riservata)


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