«Il mercato cinese è enorme ma il nostro accesso a quel mercato resta molto limitato. Ci sono dei rischi reali per l'Europa, sia di natura strategica che sistemica, che toccano la nostra sicurezza e competitività e che derivano dal fatto che la Cina ha strumenti a sua disposizione per giocare al di fuori delle regole», ha detto oggi la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, sottolineando però che, oltre alle sfide, «c'è anche l'occasione di costruire un partenariato più significativo con la Cina e di far crescere le nostre relazioni. Siamo pronti a scrivere un nuovo capitolo, più equilibrato e stabile».
Per renderlo possibile, ha spiegato nel corso della sessione plenaria del Parlamento europeo sulle relazioni tra Ue e Cina, «dobbiamo fare progressi reali e trovare soluzioni su questioni bloccate da troppo tempo: la prevedibilità e l'affidabilità. Così possiamo lavorare nell'interesse reciproco».
Le priorità su cui l'Ue vuole concentrarsi dopo 50 anni di relazioni con la Cina sono tre: «innanzitutto - ha spiegato von der Leyen - trovare un nuovo punto di equilibrio nei nostri rapporti economici. In secondo luogo ridurre i rischi e, terzo, far progredire la diplomazia sulle questioni globali, compreso il clima. Sul primo punto, la Cina ha il maggior surplus commerciale della storia dell'umanità: nei confronti dell'Ue ha superato i 300 miliardi di euro l'anno scorso ed ecco perchè è sempre più difficile per le imprese europee fare affari in Cina».
I prodotti europei «vengono discriminati negli appalti, mentre i beni e servizi prodotti in Cina hanno un vantaggio del 20% nelle offerte pubbliche. Evidentemente il sistema non è equo. Ecco perchè siamo intervenuti per riportare la siutuazione in equilibrio per esempio per i prodotti medicali. È una questione di reciprocità», ha sottolineato la presidente.
L'Ue - ha detto - «resta aperta ma la maggior parte delle nostre aziende sta perdendo quote di mercato in Cina. Noi vogliamo vedere progressi tangibili in termini di accesso al mercato. Lo stesso vale per la sovracapcità produttiva sussidiata dallo Stato. Questo è alla base della nostra indagine sui veicoli elettrici», ha proseguito, sottolineando che «abbiamo notato che un dibattito serio con la Cina sull'eccesso di capacità produttiva e i mercati distorti è iniziato. La Cina ha capito che non è possibile risolvere i problemi interni a spese degli altri. Affinchè il partenariato cresca serve una posizione di equilibrio, minore distorsione e condizioni più eque per le imprese europee».
La seconda priorità nelle relazioni con la Cina, ha proseguito la presidente, «consiste nell'accelerare sulla riduzione del rischio. La Cina ha investito presto in tante tecnologie del futuro ma ha poi iniziato a inondare i mercati con beni a basso prezzo per cancellare i concorrenti. Ho sempre parlato del dominio cinese sulle terre rare e di come può essere usato come leva economica, ecco perché stiamo sviluppando altre fonti di approvvigionamento. Il dialogo con la Cina è essenziale per far sì che Pechino allenti le restrizioni alle esportazioni. Il disaccoppiamento sarebbe poco efficiente ed efficace per l'Europa ma continueremo a ridurre i rischi».
In terzo luogo, la Cina «è responsabile delle maggiori emissioni globali - il 30% - ma anche l'energia pulita rappresenta oltre il 25% della crescita del Pil cinese. La Cina ha investito oltre 900 miliardi di dollari in tecnologie pulite: più di Europa, India, Giappone e Usa messi insieme. Pechino è un grande concorrente nella gara per le tecnologie pulite ma è anche un partner fondamentale per la decarbonizzazione mondiale», ha sottolineato von der Leyen.
La presidente ha infine toccato il tema della sicurezza globale dicendo che, per garantirla, «è importante lavorare insieme» ma «il sostegno cinese alla Russia, che non vacilla, crea grave instabilità ed è elemento di grave insicurezza anche per l'Europa. La Cina permette all'economia di guerra russa di sopravvivere, cosa che non possiamo permettere. L'interazione della Cina con la guerra di Putin sarà un fattore determinante per il rapporto tra Ue e Cina in futuro. La Cina deve condannare la grave violazione russa della sovranità ucraina e dei confini internazionalmente riconosciuti e agire di conseguenza». (riproduzione riservata)