Con oltre 520 aziende provenienti da 30 Paesi, tra cui 120 produttori italiani, che confermano la forte presenza del Made in Italy nel mercato asiatico, si è aperta oggi, fino a domenica 11, Wine to Asia 2025, il principale evento fieristico asiatico dedicato al vino e agli spirits, con la presenza del Consorzio di Tutela Grana Padano.
Organizzato da Veronafiere in collaborazione con Shenzhen Pacco Communication, l’evento si tiene al Convention Center di Futian, nel cuore di Shenzhen, la metropoli della Greater Bay Area (GBA), uno dei principali poli economici della Cina.
«Anche quest’anno Vinitaly porta il suo modello di business di successo nel Sud della Cina», ha dichiarato Massimo Ambrosetti, ambasciatore d’Italia in Cina durante la cerimonia inaugurale, «in pochi anni, Wine to Asia è diventato un evento strategico che conferma l’enorme interesse per il cibo e il vino di qualità in questa regione. Il vino non è solo un prodotto di esportazione, ma anche un elemento centrale dell’identità della cultura italiana».
«Sono fermamente convinto che iniziative come questa permettano – a importatori e consumatori – di comprendere meglio la qualità e il valore dei nostri prodotti. L’azione a sostegno delle nostre aziende, in particolare di quelle del settore agroalimentare che guardano alla Cina con sempre maggiore interesse, tiene conto di una domanda sempre più elevata di prodotti di altissima qualità da parte dei consumatori cinesi».
Per tre giorni Shenzhen, con Wine to Asia, diventa il baricentro di un mercato che esprime circa 9,4 miliardi di dollari di valore al consumo dei vini d’importazione nei principali Paesi della domanda asiatica (Cina, Giappone, Corea del Sud, Tailandia, Vietnam, India, Filippine). Secondo l’analisi dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly su base Iwsr realizzata in occasione di Wine to Asia, dopo il forte calo dal 2019 al 2023 per effetto della contrazione dei consumi in Cina, il mercato tornerà a crescere, con un +16% previsto dal 2024 al 2028 (a 10,9 miliardi di dollari).
Il consumo di vini importati crescerà soprattutto in Cina del 23% (a 4,4 miliardi di dollari) ,in Corea del Sud (+28%) ma anche in Vietnam, India Tailandia, e Filippine, con incrementi in doppia cifra e fino al 30%. Stabile (+3%) il Giappone, per cui si stima un valore al consumo di 3,4 miliardi di dollari. Lato Italia, il valore al consumo del prodotto enologico tricolore in questi Paesi si attesta complessivamente a oltre 1,1 miliardi di dollari, con un forecast al 2028 fissato a 1,24 miliardi (+11%).
Nei 12 mesi terminati a marzo 2025, il mercato cinese è stato dominato soprattutto dal vino australiano il cui export ha toccato i massimi degli ultimi anni. Nel periodo, le esportazioni di vino australiano sono cresciute del 41% in valore rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 2,64 miliardi di dollari australiani (1,7 miliardi di collari usa), e del 6% in volume, per un totale di 6,47 milioni di ettolitri, secondo l'Export Reportdi Wine Australia. Il prezzo medio del vino esportato ha inoltre raggiunto il livello più alto degli ultimi vent’anni a 4,09 AUD/litro FOB (+33%), cioè circa 2,6 dollari usa, grazie soprattutto alla crescita delle spedizioni di vino premium verso la Cina continentale.
Durante l’evento, il Consorzio Grano Padano sarà protagonista di diverse iniziative che in abbinamento con le eccellenze vitivinicole italiane, metteranno in risalto la versatilità e la qualità del prodotto. La partecipazione a Wine to Asia 2025 rappresenta un’importante occasione per rafforzare la presenza del Grana Padano nei mercati asiatici e per promuovere l’eccellenza del Made in Italy nel settore agroalimentare. «Anche in Cina portiamo gusto ed emozioni italiane», ha sottolineato Stefano Berni, direttore generale del Consorzio di Tutela, «in attesa degli sviluppi inerenti alla vicenda dei dazi americani, prosegue costante l’attività di promozione e valorizzazione del formaggio ad indicazione geografica più consumato ed apprezzato al mondo».
Del Consorzio Tutela Grana Padano fanno parte 142 aziende: 122 sono quelle che si occupano di lavorazione, gestiscono 135 caseifici produttivi, 142 gli stagionatori e 197 preconfezionatori di porzionato, grattugiato e CET. Nel periodo gennaio marzo 2025 sono state prodotte1.632.065 forme, con un incremento del 2,79% sullo stesso periodo dell’anno precedente.
Nel 2024 sono state lavorate 5.635.153 forme con un aumento del 3,27% rispetto all’anno precedente, trasformando circa 2.953.196,232 tonnellate di latte munto in 3.576 stalle. L’intera filiera produttiva del prodotto a denominazione d’origine protetta più consumato nel mondo conta così su 50mila persone coinvolte.
In crescita anche l’export: nel 2024, le forme vendute all’estero sono state 2.685.542 Forme (+9,15% vs 2023), pari a 104.494,400 tonnellate. Nel 2024 la produzione lorda vendibile di formaggio consumo è stata di 4 miliardi di euro, ripartita tra Italia con 1,8 miliardi, pari al 48,8%, ed estero con 2,2 miliardi, equivalente al 51,2%. Tutte performance che confermano il Grana Padano il formaggio DOP più consumato nel mondo. (riproduzione riservata)