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Cina, tornano gli acquisti in borsa, ma anche la fuga di capitali

Il volume di scambi sulle borse continentali ha superato i 2.000 miliardi di yuan (278 miliardi di dollari) mercoledì 13 agosto, per la prima volta da febbraio. C’è stato anche un aumento dei prestiti per l’acquisto di azioni. Le fuoriuscite di capitali dalla Cina hanno raggiunto un livello record a luglio


19/08/2025 17:20

di Francesca Gerosa - Class Editori

settimanale

La ripresa del mercato azionario cinese segnalata degli indici Shanghai Shenzhen CSI 300 e Shanghai Composite saliti sul livello più alto da ottobre 2024, e dall'Hang Seng di Hong Kong anche se a livello più contenuto, causa le perdite dei titoli immobiliari e tecnologici, ha portato a un’esplosione di attività di trading. 

Il volume di scambi sulle borse continentali ha superato i 2.000 miliardi di yuan (278 miliardi di dollari) mercoledì 13 agosto, per la prima volta da febbraio. C’è stato anche un aumento dei prestiti per l’acquisto di azioni, segno che gli investitori stanno ricorrendo alla leva finanziaria per partecipare al rally. Il debito a margine contratto per acquistare titoli è salito al livello più alto dal 2015 la scorsa settimana ed è ora a circa il 10% dal record assoluto.

«Siamo fiduciosi che questo rally abbia gambe», ha dichiarato Wang Huan, gestore di Shanghai Zige Investment Management Co., citando tra le fonti di ottimismo l’abbondante liquidità, le misure governative per frenare la guerra dei prezzi e le speranze che l’economia cinese abbia toccato il fondo.

Nel frattempo, però, le fuoriuscite di capitali dalla Cina hanno raggiunto un livello record a luglio, spinte dagli acquisti aggressivi di asset di Hong Kong da parte degli investitori della Cina continentale, a seguito delle nuove misure di liberalizzazione del mercatonell'ex colonia inglese. 

Le banche della Cina continentale hanno trasferito all’estero, per conto dei loro clienti, 58,3 miliardi di dollari destinati a investimenti in titoli lo scorso mese, secondo i dati diffusi venerdì 15 agosto dalla State Administration of Foreign Exchange. Si tratta del più alto deflusso mensile da quando sono iniziate le rilevazioni nel 2010.

A giugno i regolatori cinesi hanno aumentato per la prima volta in oltre un anno la somma di denaro che gli investitori autorizzati possono allocare in asset esteri. Il più marcato deflusso di capitali è da attribuire anche all’espansione, a luglio, del programma Southbound Bond Connect, che consente maggiori investimenti in titoli di debito offshore. Sfruttando il dollaro debole, Pechino liberalizza gradualmente il capitale e favorisce la globalizzazione a lungo termine dello yuan. 

Gli investitori onshore hanno acquistato debito estero per 12,6 miliardi di yuan (1,8 miliardi di dollari) tramite il Southbound Bond Connect a luglio, il massimo a livello mensile del 2025, secondo i dati di Bloomberg. Viceversa, le partecipazioni delle istituzioni offshore in obbligazioni cinesi sul mercato interbancario sono scese di circa 300 miliardi di yuan a luglio, sul livello più basso da gennaio 2024, secondo i dati della People’s Bank of China.

Il calo suggerisce che i fondi esteri si sono uniti a un più ampio sell-off obbligazionario, influenzato dall’allentamento delle tensioni commerciali Usa-Cina e dagli sforzi di Pechino per combattere la deflazione. (riproduzione riservata)


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