Il mercato immobiliare cinese è destinato a scendere più del previsto nel 2025, prolungando il periodo di recessione per il quinto anno consecutivo e ritardando le speranze di una ripresa, affermano gli analisti di S&P Global Ratings.
Gli esperti prevedono che le vendite di nuove abitazioni diminuiranno dell'8% rispetto allo scorso anno, attestandosi tra 8,8 e 9 trilioni di yuan (1,23-1,26 trilioni di dollari). Si tratta di un calo molto più marcato rispetto al 3% previsto dall'agenzia a maggio, quando gli analisti avevano stimato che la guerra commerciale e altre incertezze esterne avrebbero spinto la Cina a introdurre un sostegno più deciso per il settore immobiliare, sottolinea alla Cnbc Edward Chan, direttore del corporate ratings di S&P Global Ratings.
La principale ragione di questa prospettiva più debole è che il sentiment degli acquirenti di case resta fragile, aggiunge Chan. "Quindi il governo dovrà continuare a sostenere il settore e la domanda per aiutare a ripristinare la fiducia degli acquirenti". A settembre 2024, Pechino aveva chiesto sforzi per "fermare" il calo del mercato immobiliare. Tuttavia, dopo alcune nuove misure introdotte l'anno scorso, l'impulso politico a incrementare ulteriormente il sostegno sembra essersi rallentato.
S&P ha rilevato che il tasso base quinquennale sui prestiti, di riferimento per la maggior parte dei mutui, è sceso di soli 10 punti base quest'anno, rispetto a una riduzione di 60 punti base nel 2024. Questo indica che Pechino non sta allentando la politica monetaria con la stessa aggressività di prima, nonostante la contrazione del settore immobiliare.
Ad agosto, tre delle maggiori città cinesi hanno allentato le restrizioni sugli acquisti, permettendo agli acquirenti di possedere più immobili; tuttavia, la misura si è applicata principalmente agli immobili nelle periferie meno desiderabili, osserva S&P. "Se la domanda potesse essere stabilizzata prima nelle città di fascia alta, in particolare nelle città di primo livello, probabilmente la ripresa della domanda sarebbe più sostenibile", afferma Chan.
Al momento, le speranze di raggiungimento di un minimo del mercato immobiliare cinese appaiono sempre più distanti. Con vendite previste pari o inferiori a 9 trilioni di yuan quest'anno, il mercato immobiliare cinese si ridurrà della metà in soli quattro anni, dai 18,2 trilioni di yuan del 2021, secondo S&P. L'agenzia prevede ulteriori cali delle vendite del 6-7% nel 2026, con prezzi delle abitazioni primarie in discesa dell'1,5-2,5%.
In passato, gli acquirenti in Cina tendevano a comprare appartamenti prima del completamento, ma quando gli sviluppatori hanno incontrato difficoltà finanziarie e i cantieri sono stati ritardati, la fiducia dei consumatori ha subito un contraccolpo.
Ciò ha spinto Pechino l'anno scorso a introdurre una white list per finanziare progetti incompiuti approvati. Ad agosto, le scorte di abitazioni completate ma invendute sono salite a 762 milioni di metri quadrati, dai 753 milioni di dicembre 2024, precisa S&P. "Il governo ha fatto molto per assicurare alle persone che ottenere il proprio appartamento non è più il problema. Il problema è che la domanda complessiva a livello nazionale sembra più debole del previsto", sottolinea Chan.
In futuro, Chan prevede che il governo interverrà, anche se gradualmente, quando la debolezza del mercato diventerà evidente. Ad agosto si è registrato sia un allentamento di alcune restrizioni sugli acquisti, sia un riconoscimento pubblico del Premier cinese, Li Qiang, il quale ha ammesso che il calo del mercato immobiliare non è ancora risolto, indicando la necessità di ulteriore sostegno.
Il mese successivo, le vendite dei 100 principali sviluppatori cinesi sono aumentate dello 0,4% su base annua, secondo dati del settore citati da S&P. Mentre gli sviluppatori cercano di sopravvivere, "il risultato finale potrebbe essere un mercato più piccolo, ma anche un settore più sano e resiliente". (riproduzione riservata)