Exploit della società cinese di semiconduttori Cambricon ha realizzato ricavi record, cresciuti di oltre il 4.000% nel primo semestre, mentre la capitalizzazione ha superato 80 miliardi di dollari (+100% dall'inizio dell'anno). Cambricon è una delle numerose aziende in Cina che mirano a diventare un'alternativa al colosso americano Ndivia nella fornitura dei chip necessari per l'addestramento e l'esecuzione di applicazioni e modelli di intelligenza artificiale.
Nella prima metà dell'anno, la società cinese specializzata in chip per AI, ha visto i ricavi balzare a 2,88 miliardi di yuan (circa 403 milioni di dollari), mentre l'utile netto ha raggiunto il massimo storico di 1,04 miliardi di yuan. Numeri ancora minuscoli se confrontati con i 44 miliardi di dollari registrati da Nvidia nell'ultimo trimestre fiscale chiuso ad aprile, ma che raccontano una traiettoria di crescita impressionante.
Dall'inizio dell'anno il titolo Cambricon ha più che raddoppiato il suo valore, portando la capitalizzazione sopra 80 miliardi di dollari, con un incremento di circa 40 miliardi in pochi mesi.
La società è stata co-fondata nel 2016 dai due fratelli Chen, Thansi, attuale presidente ceo e maggiore azionista con circa il 30% delle azioni, e Yunji, entrambi ricercatori alla University of Science and Technology of China, ed è quotata in Borsa a Shanghai dal 2020 (nel 2024 la performance è stata del 500%). Il nome Cambricon richiama il periodo Cambriano, a sottolineare l“esplosione” evolutiva analoga a quella che la società intende stimolare nel campo dell’intelligenza artificiale.
Sono sempre più numerosi i giganti tecnologici cinesi che stanno utilizzando chip di produzione domestica, oltre all'hardware Nvidia che sono riusciti a reperire, e questo sta aiutando aziende come Cambricon.
D'altra parte il Dragone rimane un mercato di riferimento per Ndivia come ha più volte sottolineato Jensen Huang, fondatore e ceo del gruppo, che anche ieri ha affermato che esiste una "possibilità reale" che l'azienda porti il suo processore avanzato Blackwell in Cina.
«L'opportunità di portare Blackwell sul mercato cinese è una possibilità concreta», ha dichiarato nel corso della conference call sui risultati trimestrali dell'azienda. «Dobbiamo solo continuare a sostenere l'importanza delle aziende tecnologiche americane per essere in grado di guidare e vincere la corsa all'intelligenza artificiale e contribuire a rendere il settore tecnologico americano lo standard globale».
Huang si è recato personalmente alla Casa Bianca a luglio e agosto per ottenere le licenze di esportazione per l'attuale generazione di chip per l'intelligenza artificiale cinese, denominata H20. Ad agosto, la Casa Bianca ha annunciato che il presidente Donald Trump e Huang avevano raggiunto un accordo in base al quale Nvidia avrebbe ricevuto le licenze di esportazione in cambio del 15% delle vendite cinesi dell'H20 agli Stati Uniti.
Dopo l'incontro, Trump si era detto disponibile a concludere un accordo per i chip Blackwell, l'ultima tecnologia di intelligenza artificiale di Nvidia che attualmente rappresenta la maggior parte dei ricavi dei suoi data center.
Se Nvidia lanciasse un chip Blackwell in Cina, potrebbe incrementare notevolmente le vendite. In caso di licenza, tuttavia, l'azienda sarebbe tenuta a modificare la versione destinata al Paese asiatico, rendendola più lenta sotto alcuni aspetti, al fine di conformarsi alle normative statunitensi sull'esportazione.
Nvidia ha confermato anche nel secondo trimestre dell'anno fiscale 2026 il trend positivo delle vendite. Il colosso dei chip di intelligenza artificiale ha messo a segno un utile netto di 26,42 miliardi di dollari nel trimestre, o 1,05 usd per azione, in crescita del 59% rispetto ai 16,6 miliardi (0,67 usd ad azione) riportati lo scorso anno Il fatturato ha raggiunto quota 46,74 miliardi di dollari, compiendo un balzo del 56% rispetto ai 30,04 miliardi riportati nell'analogo periodo del 2025 e battendo i 46,06 mld attesi dagli analisti. Si tratta ormai del nono trimestre consecutivo di crescita dei ricavi superiore al 50% per Nvidia, da quando - da metà 2023 - il boom dell'intelligenza artificiale generativa ha iniziato a riflettersi nei risultati dell'azienda. (riproduzione riservata)