Qinghe cashmere è tornata a Milano, dopo il debutto dello scorso autunno, per accendere di nuovo i riflettori sulla pregiata fibra della regione cinese. L’associazione che tiene sotto le proprie ali le più importanti aziende produttrici del cashmere ha portato ieri al Four seasons hotel Milano sei brand, che hanno interpretato secondo il proprio stile 18 look, unendo tradizione e innovazione e celebrando l’arte della manifattura orientale. Qinghe è situata nel sud-est della provincia di Hebei ed è riconosciuta da sempre come la capitale del cashmere.
L’obiettivo dell’evento-presentazione, che si è aperto alle porte della Milano fashion week women’s collection, non è solo raccontare i nomi più promettenti dell’area, ma anche rafforzare i rapporti strategici Italia-Cina, avviando nuove alleanze, soprattutto dopo la chiusura dell’accordo della Via della seta. Partendo dal brand E-San, esso unisce design minimale, approccio sostenibile e un appeal luxury e contemporaneo. Xinhua fa invece parte della Hebei Xinhua cashmere products che ha una capacità annuale di produzione di 240 tonnellate di filati venduti in 20 Paesi, tra cui Stati Uniti, Giappone, Italia, Regno Unito e oltre 20 province cinesi.
Hongtai, nato da una joint venture sino-tedesca, ha 30 anni di esperienza nella produzione del cashmere. Oggi conta cinque filiali e una rete in Europa e Canada, mentre Langkun è il marchio di Langkun group basato nel distretto di Pudong a Shanghai che ha un volume di esportazioni annuali che supera il milione di pezzi. Infine, Huangtaiji partecipa regolarmente alla fiera Chic-China international clothing fair, mentre Zhonghui fa parte dell’universo di Hebei center textile co-ltd ed esporta l’80% dei suoi prodotti, creando annualmente 200 mila pezzi in cashmere. (riproduzione riservata)