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Politica

Dazi Ue sui pacchi dalla Cina sotto i 150 euro, l'Italia anticipa

La misura decisa dall'Ecofin colpisce il traffico generato per il 90% dagli e-commerce del fast fashion, Shein e Temu, in testa, ma a seguire anche Alibaba e Amazon, responsabili di un flusso di oltre 4,6 miliardi di pezzi nel 2024. I dazi dovrebbero entrare in vigore entro il 2026, ma l'Italia spinge per accelerare l'applicazione


13/11/2025 17:45

di Eleonora Agus - Class Editori

settimanale
Maros Sefcovic, commissario al commercio della Ue

Ultra fast fashion ancora nel mirino dell’Unione europea. I ministri delle finanze europei hanno approvato l’anticipo al 2026 dell’abolizione della soglia «de minimis», che oggi consente alle piattaforme di e-commerce di spedire pacchi sotto i 150 euro senza pagare dazi. La misura, che richiede l’approvazione del Parlamento europeo, punta a contrastare l’ascesa dei colossi dell’e-commerce low cost come Shein e Temu, ma anche di altri player come AliExpress e Amazon haul.

La proposta, avanzata dal commissario europeo al commercio Maros Sefcovic, prevede l’introduzione di una tassa doganale semplificata temporanea per sostituire l’attuale esenzione, in attesa della riforma doganale completa prevista per il 2028. Nel 2024, infatti, i pacchi e-commerce sotto i 150 euro spediti verso l’Europa hanno toccato quota 4,6 miliardi di pezzi, oltre il 90% dei quali provenienti dalla Cina. Un flusso che, secondo Bruxelles, rischia di minare la competitività delle imprese locali e la coesione del mercato unico.

«Oggi abbiamo raggiunto un accordo politico importantissimo circa l'eliminazione della soglia de minimis per tutti i prodotti di valore inferiore a 150 euro che entreranno nell'Ue. Dobbiamo anche trovare una soluzione temporanea da attuare fin dall'anno prossimo», ha sottolineato Valdis Dombrovskis, commissario europeo per l'Economia, al termine dell'Ecofin, sottolineando che "imporre dei dazi doganali su questi prodotti rappresenta un passo importante per garantire condizioni eque per le imprese europee e rafforzare l'Unione doganale».

«Questo accordo rappresenta anche un grande passo avanti per l'ammodernamento del sistema doganale dell'Uee, permetterà di gestire il grande afflusso di merci a basso valore diminuendo il rischio di frode e migliorando la trasparenza all'interno del mercato unico», ha aggiunto Stephanie Lose, ministra degli Affari economici della Danimarca, a nome della presidenza danese del Consiglio dell'Ue.

Intanto, alcuni Stati membri dell’Unione europea, tra cui Italia e Romania, si stanno già muovendo in autonomia, introducendo rispettivamente una tassa nazionale e un contributo fisso per pacco. Mentre l’Italia prepara un’imposta entro fine anno a tutela del comparto fahsion. Tuttavia, EuroCommerce ha avvertito che un mosaico di tariffe nazionali potrebbe compromettere l’integrità del mercato unico, chiedendo una linea comune europea.

Secondo l’e-tailer Zalando, tra i principali sostenitori della stretta, l’eliminazione dell’esenzione dovrebbe essere «accelerata» e accompagnata da un handling fee europeo di circa 2 euro a pacco, in attesa della riforma completa del sistema doganale. Mentre Shein e Temu restano in silenzio, la mossa europea apre un nuovo capitolo nella battaglia globale sull’e-commerce: da un lato la tutela dell’industria locale, dall’altro la sfida di regolamentare un mercato digitale in continua espansione. (riproduzione riservata)


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