La Irce di Imola, gruppo multinazionale che opera nel settore dei conduttori per avvolgimento e cavi elettrici, si espande ulteriormente in Cina, dove la primavera scorsa ha avviato la costruzione di un nuovo stabilimento a Hai’an, nella provincia di Jiangsu collocata lungo la costa est del paese.
L'impianto è realizzato dalla controllata cinese del grupppo, Irce Electromagnetic Wire, alla quale Simest ha annunciato ieri l'erogazione di 6 milioni di euro per potenziare il nuovo stabilimentyo. L'investimento è coperto da garanzia Sace e prevede da un lato l'erogazione di 2,4 milioni di euro come investimento nel capitale sociale di Irce spa, la capogruppo, di cui una metà sottoscritta direttamente da Simest e l'altra per contro del Maeci, il Ministero degli Affari esteri, e ulteriori 3,6 milioni come erogazione di finanziamenti soci a Irce Electromagnet Wire (anche in questo caso per metà da parte di Simest e metà per conto del Maeci).
Il contratto ha durata 5 anni e prevede un aumento di capitale della controllata per complessivi 11,4 milioni, di cui 9 riservati a Irce Spa e i restanti a Simest. L'operazione sarà finalizzatanel corso del 2026.
Per finanziare la costruzione del nuvo stabilimento, Irce aveva già ricevuto in aprile da Bamco Bpm un finanziamento di 10 milioni di euro, una linea di credito della durata di otto anni ed erogabile in più soluzioni, assistita dalla ‘Garanzia Futuro’ di Sace, che copre anche l’acquisto dei macchinari e impianti.
Il nuovo impianto, che ha comportato un investimento complessivo di circa 20 milioni di euro, e che entrerà in produzione nel secondo esmestre dell'anno prossimo, espanderà la capacità produttiva del gruppo nel settore dei conduttori per avvolgimento, con particolare riferimento al mercato locale della produzione di motori per veicoli elettrici e della generazione e trasporto di energia.
Il gruppo Irce, quotato sul listino Euronext Star Milan, ha chiuso il bilancio 2024 con un fatturato consolidato è stato di 397 milioni, in calo dell’1,3% rispetto al 2023; riduzione dovuta principalmente ai minori volumi venduti in parte compensata dall’aumento del prezzo del rame. L'ebitda è stato di 21 milioni e l'utile netto di 6,9 milionidi euro. Al 30 giugno scorso il fatturato registrava un calo più marcato (-21%) a 284 milioni, anno su anno.
Il gruppo guidato dal presidente esecutivo Filippo Casadio ha due stabilimenti in Italia oltre al quartier generale di Imola, a Guglionesi (Campobasso) e Umbertide (Perugia) e in cinque stabilimenti esteri tra Paesi Bassi, Regno Unito, Germania, Brasile e India. Il gruppo si distingue per i più moderni e innovativi impianti produttivi, tecnologie all’avanguardia e processi avanzati di autocontrollo che garantiscono alti livelli di qualità e produttività. (riproduzione riservata)