 
                                        Forse non è un caso che la prima edizione del Chishui River Forum, promossa dal Ceis (China Economic Information Service dell’agenzia Xinhua) e dedicata allo sviluppo sostenibile dell'industria dei liquori, si sia tenuta a Maotai il 28 di ottobre a ridosso della festività (29 ottobre) del doppio nove che nella numerologia cinese assume uno dei più importanti valori legati alla longevità e all’eternità.
Una festività dunque in onore degli anziani e del passato, combinazione che ha portato a raggruppare produttori cinesi e stranieri di bevande alcooliche oltre che organizzazioni governative e rappresentanti del governo cinese per discutere del mondo degli alcoolici e delle future tendenze nonché a presenziare un evento simbolo.
La città di Maotai nella provincia sudoccidentale del Guizhou, adagiata lungo le rive del fiume Chishui, si espande sui declivi montagnosi, quasi abbarbicata ad essi, ad una distanza di qualche chilometro dalla suggestiva provincia del Sichuan da cui ne mutua cucina e tradizioni.
Questa cittadina appartiene a uno dei distretti che storicamente produce i distillati dal sorgo rosso, il famoso Baijiu, tradotto in liquore bianco o acquavite cinese.
La statua di Zhou Enlai, uno dei padri fondatori della Repubblica Popolare, domina nell’ampio cortile della Kweichow Maotai Group, la più importante realtà produttiva del luogo, cui è stato tributato onore e rispetto durante la cerimonia del doppio nove, riveste un significato tutto particolare perché durante la Lunga Marcia si tenne a Zunyi, località non distante da Maotai, nel 1935 un'importante conferenza sulla strategia di avanzamento militare verso Pechino per la sua liberazione dalle forze giapponesi.
Più prosaica la conferenza dei giorni scorsi, articolata, dopo la plenaria, in tre sessioni pomeridiane per focalizzare da un lato lo stato dei consumi degli alcolici con il focus particolare su quello cinese, dall’altro quali potrebbero essere i nuovi trend di sviluppo di questa categoria merceologica che accomuna, secondo il report predisposto da Xinhua Indices Institute, la classificazione di nove bevande alcooliche (birra, baijiu, whisky,vino, brandy, tequila, gin, rum e vodka) dove non compare la grappa italiana.
He Yong, segretario generale della China Alcoholic Drinks Association, ha riferito un primo dato significativo: negli ultimi cinque anni in Cina vi è stato un calo produttivo da 50 milioni di ettolitri a 35 milioni di ettolitri con una proporzionale diminuzione di 28 milioni di consumatori dovuta principalmente a due cause: la prima che ha origine dalla crisi dell’immobiliare con la conseguente minore disponibilità e propensione alla spesa; la seconda correlata alla crisi demografica dove le nuove generazioni, in particolare la Z non possono bilanciare o meglio recuperare i consumi della generazione degli anziani che per stile di vita era più conviviale .
L’action plan dovrebbe far coesistere il risveglio di un mercato azionario stabile e meglio definito soprattutto per società che vogliono essere quotate oltre a indirizzare i consumi più sulla qualità che sulla quantità con l’immissione nel mercato di nuovi prodotti destinati anche all’utilizzo nel mixology con una gradazione alcolica di 40 ° rispetto ai 53° attuali. L’attenzione ai prezzi di vendita ed un diverso modello distributivo centrato sui nuovi canali online per acquisire nuove fasce di consumatori, facevano parte delle raccomandazioni.
Per rendere attuabile questo piano è necessario intervenire sulla leva produttiva hanno sottolineato Wang Zhenlin, chairman di Beijing Research Insitute of Automation for Machinery Industry, e Chen Qingsong, sindaco di Renhuai, altra città di distillatori, durante la Terza sessione dedicata allo Sviluppo dell’alta qualità digitale nell’industria dei distillati. L’obiettivo deve quello di ottenere una produzione altamente robotizzata che possa aumentare la produttività intorno al 4% favorendo un prezzo di vendita competitivo in uscita.
Se il focus del Forum era quello di misurare lo stato di salute del settore degli alcolici in Cina, i partecipanti stranieri hanno contribuito presentando i rispettivi prodotti nel contesto internazionale con l’occhio sulle esportazioni nel mercato cinese. Ha brillato l'assenza di produttori italiani con la sola eccezione di un fugace riferimento alla Stock nata a Trieste e ormai non più italiana, con produzione all’estero, in questo caso una distilleria brasiliana, malgrado che nel report si parli di prosecco «un vino spumante dry o extra dry prodotto in Veneto, utilizzato nella consuetudine dell’aperitivo o per altre attività sociali».
Non c'è dubbio che anche in questo settore leisure, l’innovazione tecnologica sarà il driver per le sfide tra le potenze mondiali, ma nel contempo la celebrazione all’interno della fabbrica Kweichow Maotai Group, con la successiva visita al museo cittadino ricco di documenti e reperti storici sul baijiu, ha restituito ai partecipanti la dimensione di tradizione ancora molto viva. Con un rituale significativo i maestri distillatori, master, detentori del sapere del liquore, dopo il lavaggio purificante delle mani con l’acqua del fiume Chishui che, secondo la tradizione, in quella giornata portava le acque più pure, hanno passato il testimone ai rispettivi apprendisti.
Questo ripercorrere la tradizione in modo sentito, in una giornata di pioggia scrosciante e con un cielo pesante di volute di nubi che coprivano le cime circostanti rotte solo da nove spari a salve dimostrano che “quella cinese è la più antica e duratura costituzione politica statale ancora oggi esistente. La sua durata bimillenaria è ragguagliabile alla lunghezza degli imperi romani d’Occidente e d’Oriente messi insieme. (Yuhnua Wang, Harvard University).
* corrispondente da Shanghai, dove vive da 30 anni