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Azienda Agricoltura

Dazi, la Cina li impone al 20% sulle carni suine europee

Germania, Francia, Spagna e Italia sono i maggiori esportatori verso il mercato della Repubblica popolare che è il maggiore al mondo, nonostante i consumi siano in calo. Le nuove tariffe in vigore da subito sono una ritorsione per i dazi imposti dalla Ue sull'importazione in Europa di veicoli elettrici cinesi


16/12/2025 15:35

di Mauro Romano - Class Editori

settimanale
Lorenzo Beretta, presidente dell'Associazione produttori di carni suine

Il ministero del Commercio cinese ha annunciato che, al termine dell'indagine per concorrenza sleale avviata nel 2023, applicherà dazi fino al 19,8% sulla carne di maiale proveniente dall'Unione europea, in quella che viene considerata una ritorsione alle tariffe imposte da Bruxelles sui veicoli elettrici cinesi.

I dazi, che entreranno in vigore da domani per una durata di cinque anni, risultano tuttavia sensibilmente inferiori rispetto a quelli fino al 62,4% in vigore dallo scorso settembre, quando lo stesso ministero cinese aveva comunicato che entra il 16 dicembre avrebbe preso una decisione definitiva sul livello delle tariffe. Come è puntualmente avvenuto.

Nel primo trimestre del 2025, le esportazioni di carne suina dall'Unione Europea verso la Cina sono aumentate del 10% in volume. Questo trend positivo ha caratterizzato anche il commercio italiano, che ha beneficiato della maggiore offerta dovuta al progressivo rientro dell'emergenza Peste Suina Africana (PSA) in alcune aree produttive.

 

La maggior parte delle esportazioni di carne suina dell'Ue è destinata all'Asia orientale, in particolare alla Cina, con Germania, Spagna e Francia tra i maggiori produttori, e l'Italia a seguire, secondo la Commissione europea. 

Come ulteriore ritorsione antidazi Ue sulle auto elettriche, Pechino aveva tentato l'anno scorso di sostituire le importazioni di carne suina dall'Europa, aprendo il mercato interno agli esportatori russi. Il mercato cinese delle importazioni di carne suina vale 3,5 miliardi di dollari ed è dominato dai produttori europei con una quota del 51%. 

«Per noi queste tensioni commerciali rappresentano un'opportunità per dimostrare la nostra competitività nel mercato cinese», aveva dichiarato all'epoca Yuri Kovalyov, capo dell'Unione nazionale degli allevatori di suini della Russia, aggiungendo che l'obiettivo di Mosca è fornire il 10% delle importazioni cinesi di carne suina entro tre o quattro anni.

Gli importatori devono tuttavia fare i conti con una domanda di carne suina in calo in Cina, che consuma ancora circa la metà della carne suina mondiale, ovvero 53-54 milioni di tonnellate all'anno. Mentre la produzione di carne suina russa dovrebbe raggiungere 5,2 milioni di tonnellate nel 2024 rispetto ai 4,9 milioni del 2023. 

La produzione attuale rende la Russia il quarto produttore mondiale, dietro a Cina, Ue e Stati Uniti, e la pone alla pari con il Brasile. (riproduzione riservata)


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