Due dei maggiori gruppi italiani che operano in Cina, Brembo e Stevanato, hanno confermato oggi la tenuta e gli investimenti nel mercato del Dragone nel primo trimestre dell'anno.
Brembo che ha chiuso il trimestre con risultati a livello di gruppo in calo del 4,7% a 957 milioni, accusando cali significativi nel settore dei veicoli commerciali (-13%) e nei motocicli (-17%), in Cina ha sostanzialmente mantenuto le sue quote con un calo di fatturato limitato allo 0,8%, mentre in India, dove il mercato è concentrato soprattutto sulle due ruote, il calo è stato del 3,9%.
Il gruppo bergamasco, leader mondiale nella fornitura di impianti frenanti, ha di recente confermato l'impegno strategico nel mercato cinese con l'inaugurazione lo scorso aprile del primo Innovation Lab a Shanghai dove verranno studiate soluzioni all'avanguardia per la mobilità del futuro. Sul piano dei prodotti, al salone dell'auto di Shanghai, all'inizio del mese, Brembo ha presentato un'innovazione tecnologica destinata a migliorare considerevolmente le prestazioni delle auto che la adotteranno.
Il Greentell set, questo il nome del prodotto, è composto da un nuovo disco e pastiglie caratterizzati da prestazioni superiori, maggiore durata, resistenza alla corrosione e riduzione delle emissioni: la sua versatilità lo rende adatto a tutti i tipi di veicoli, dai Nev, i New energy vehicle ai motori a combustione, dalle auto premium ai veicoli commerciali leggeri.
Greentell riflette le caratteristiche chiave del prodotto: da un lato la riduzione dell'impatto ambientale sino all’85% e, dall'altro, la ricerca alla base di questi componenti per migliorare le prestazioni complessive del set, sia in termini di durata sia di riduzione delle emissioni di polveri.
Anche il gruppo Stevanato, anch'esso leader internazionale nella fornitura di soluzioni per il contenimento e la somministrazione di farmaci, sta puntando molto sulla Cina, mercato dove sta crescendo. Nel primo trimestre di quest'anno a livello di gruppo il fatturato è cresciuto del 9% a 256 milioni di euro, con un aumento a doppia cifra nei prodotti a maggior valore aggiunto nel campo della diagnostica e biofarmaceutica.
Negli ultimi mesi, Stevanato Group ha rafforzato in modo significativo la propria presenza in Cina. Lo scorso novembre è stato inaugurato il nuovo stabilimento produttivo “Ompi of China” a Zhangjiagang, nella provincia dello Jiangsu.
L’investimento di 27 milioni di euro rappresenta una tappa chiave nella strategia di crescita internazionale del gruppo. La struttura copre circa 32.000 metri quadrati e impiega circa 270 persone. Qui si producono flaconi e tubofiale in vetro per uso farmaceutico, in particolare soluzioni ad alto valore aggiunto come le siringhe e i flaconi pre-sterilizzati, destinati al mercato delle biotecnologie e dei vaccini.
Il nuovo hub cinese ospita anche la produzione di macchine di ispezione visiva e linee di formatura del vetro con tecnologie all’avanguardia. L’ampliamento della struttura esistente a Zhangjiagang (+7.000 mq) permetterà quasi di raddoppiare la capacità produttiva, rispondendo alla crescente domanda del mercato farmaceutico cinese. Il mercato asiatico, e quello cinese in particolare, è tra i più dinamici per la domanda di soluzioni farmaceutiche avanzate. Le previsioni di settore indicano una crescita annua del 7,5% per il mercato delle cartucce farmaceutiche in Asia Pacifico, con la Cina tra i principali traini.
Secondo Franco Stevanato, CEO del gruppo, la strategia è quella di essere autonomi in ogni regione chiave, così da mitigare i rischi legati a dazi e alle tensioni commerciali internazionali. L’azienda, quotata a Wall Street, conta oggi 18 stabilimenti in 9 Paesi e continua a investire in Cina per servire meglio i clienti locali e sostenere la filiera biofarmaceutica cinese.Stevanato Group punta a servire la filiera locale dalla fase di sviluppo fino alla commercializzazione, posizionandosi come fornitore integrato per le aziende biofarmaceutiche cinesi e internazionali.
Qualche giorna fa per il potenziamento della nuova struttura, FriulAdria, Crédit Agricole e Sace hanno approvato un finanziamento di 15 milioni euro a favore del gruppo padovano. (riproduzione riservata)