MENU
Industria

Dazi sulle auto elettriche cinesi, la Ue è pronta a introdurli

Potrebbero scattare dal 4 luglio prossimo tra il 21% e il 38% sui veicoli importati da Geely, Byd e Saic a meno che la Commissione europea non trovi un accordo con la controparte cinese. L'indagine della Ue, condotta su un campione di tre produttori, ha accertato importazioni cinesi sovvenzionate a prezzi artificialmente bassi


12/06/2024 12:35

di Pier Paolo Albricci - Class Editori

settimanale
Fonte: Ispi 90

Nell'ambito dell'indagine in corso, la Commissione europea ha provvisoriamente concluso che la catena del valore dei veicoli elettrici a batteria (Bev) in Cina beneficia di sovvenzioni ingiuste, che minacciano di causare un danno economico ai produttori europei. L'indagine ha inoltre esaminato le probabili conseguenze e l'impatto delle misure su importatori, utenti e consumatori di Bev nell'Ue.

«I risultati provvisori dell'indagine anti-sovvenzioni dell'Ue indicano che l'intera catena del valore dei veicoli elettrici a batteria beneficia pesantemente di sussidi sleali in Cina, e che l'afflusso di importazioni cinesi sovvenzionate a prezzi artificialmente bassi rappresenta quindi una minaccia di pregiudizio chiaramente prevedibile e imminente per l'industria dell'Ue», sottolinea la Commissione in una nota.

Di conseguenza la Commissione ha contattato le autorità cinesi per discutere di questi risultati ed esplorare possibili modi per risolvere le questioni individuate in modo compatibile con l'Omc. In questo contesto, la Commissione ha preannunciato il livello dei dazi compensativi provvisori che imporrebbe sulle importazioni di veicoli elettrici a batteria (Bev) provenienti dalla Cina.

Qualora le discussioni con le autorità cinesi non portassero a una soluzione efficace, questi dazi verrebbero introdotte a partire dal 4 luglio mediante una garanzia (nella forma che sarà decisa dalle dogane di ciascuno Stato membro). Verrebbero riscossi solo se e quando verranno istituiti dazi definitivi.

I dazi individuali che la Commissione intende applicare ai tre produttori cinesi inclusi nel campione sono: del 17,4% per Byd, del 20% per Geely e del 38,1% per Saic. Gli altri produttori di Bev in Cina, che hanno collaborato all'inchiesta ma non sono stati inclusi nel campione, sarebbero soggetti a un dazio medio ponderato del 21%, mentre a quelli che hanno collaborato verrebbe applicata una tariffa del 38,1%.

Il 4 ottobre dell'anno scorso, la Commissione aveva avviato formalmente l'indagine anti-sovvenzioni d'ufficio sulle importazioni di veicoli elettrici a batteria per passeggeri provenienti dalla Cina, indagine che ha coinvolto anche Tesla che potrebbe ricevere un'aliquota daziaria calcolata individualmente. 

Le informazioni sui livelli previsti dei dazi provvisori sono state fornite a tutte le parti interessate (inclusi i produttori dell'Unione, gli importatori e gli esportatori e le loro associazioni rappresentative, i produttori esportatori cinesi e le loro associazioni rappresentative, e il paese di origine e/o esportazione, ossia la Cina), e agli Stati membri dell'UE prima che tali misure siano imposte, in conformità con le procedure stabilite dal Regolamento base anti-sovvenzioni dell'UE. 

«Il commercio libero ed equo è essenziale per creare un’industria automobilistica europea competitiva a livello globale, mentre una sana concorrenza guida l’innovazione e la scelta per i consumatori», ha commentato l’Acea, l’associazione dei produttori europei di auto, «il settore automobilistico europeo ha bisogno per essere competitivo a livello globale di una solida strategia industriale per l’elettromobilità, serve quindi garantire l’accesso a materiali critici e energia a prezzi accessibili, ma anche un quadro normativo coerente, sufficienti infrastrutture di ricarica e rifornimento dell’idrogeno, incentivi di mercato e molto altro ancora».

Arrivano però anche le prime critiche da parte della Germania. Secondo ministro dei trasporti tedesco, Volker Wissing, la scelta della Commissione Ue di imporre dazi di importazione più elevati sulle auto cinesi comporta un grave rischio: quello di creare una «guerra commerciale» con Pechino. «Le tariffe punitive della Commissione vanno a colpire le aziende tedesche e i loro prodotti di punta», ha detto il ministro tedesco, aggiungendo che «le auto devono diventare più economiche attraverso una maggiore concorrenza e non attraverso la guerra commerciale e l'isolamento del mercato».

Il ministero del Commercio cinese ha reagito sostenendo che la Cina «adotterà risolutamente tutte le misure necessarie per difendere con fermezza i diritti e gli interessi legittimi delle aziende cinesi». L’Ue «ha ignorato i fatti e le regole del Wto, ha ignorato le ripetute forti obiezioni della Cina e ha ignorato gli appelli e la dissuasione dei governi e delle industrie di diversi Stati membri dell’Ue», ha sostenuto un portavoce del ministero.

La Commissione Europea, secondo Pechino, «ha ignorato il fatto oggettivo che il vantaggio cinese nei veicoli elettrici deriva dalla libera concorrenza», attuando una misura «puramente protezionistica, che crea e intensifica gli attriti commerciali, e di fatto mina la concorrenza leale nel nome del mantenimento della concorrenza leale». Una mossa che «sconvolgerà e distorcerà anche la catena globale dell'industria automobilistica e della catena di fornitura, compresa quella dell'Ue» (riproduzione riservata)




Chiudi finestra
Accedi