In attesa di trovare la soluzione per risolvere lo stallo sul fronte azionariato con Sinochem, Pirelli ha chiuso il terzo trimestre con risultati in crescita e un utile in netta ascesa.
I conti del gruppo guidato dal vicepresidente esecutivo Marco Tronchetti Provera e dall’amministratore delegato Andrea Casaluci sono stati approvati a maggioranza dal cda (9 su 14 i voti favorevoli), con l'opposizione dei cinque consiglieri cinesi in ragione della dichiarazione di avvenuta cessazione del controllo di Sinochem su Pirelli, in continuità con quanto fatto in occasione dell’approvazione del bilancio 2024.
Nei nove mesi Pirelli ha registrato profitti netti per 400,6 milioni di euro (+8%) e ricavi che sfiorano i 5,2 miliardi con una crescita organica del 3,7% escludendo gli effetti negativi dei cambi (-3,4%) e del deconsolidamento di Dackia (-0,1%). L’high value è arrivato a pesare per il 79% delle vendite e ha generato anche un costante miglioramento del price/mix (+3,9%).
Grazie al rafforzamento delle partnership con i principali produttori auto in Nord America e in Apac, di cui fa parte il mercato cinese dove Pirelli è leader nel segmento premium, Pirelli ha fatto meglio del mercato sia nei ricambi che nel primo equipaggiamento.
Al 30 settembre l’ebit adjusted è salito del 2,4% a 835,5 milioni, un margine passato dal 15,7% al 16,1% anno su anno, mentre l’ebitda adjusted si è fermato a 1,18 miliardi con un margine passato dal 22,3% al 22,8%. La marginalità complessivamente è cresciuta, con il price/mix che ha compensato il valo dei volumi (-0,2%), l’aumento del costo delle materie prime e l’impatto negativo dei cambi.
Sull’utile, invece, ha inciso il netto calo degli oneri finanziari netti diminuiti da 225,5 a 158,9 milioni, con un costo medio del debito sceso dal 5,06% al 4,66%. La pfn è migliorata anno su anno, riducendosi da -2,8 a -2,54 miliardi.
Confermata integralmente la guidance 2025, che prevede ricavi tra 6,7 e 6,8 miliardi, un ebit adjusted margin di circa il 16% e un flusso di cassa ante dividendi positivo per circa 550 milioni.
Uno dei fatti più significativi della gestione è stato il lancio nel luglio scorso del primo pneumatico destinato al mercato globale con oltre il 70% di materiali di origine naturale e riciclati, fra cui la gomma naturale certificata FSC® che identifica i pneumatici Pirelli con almeno il 50% di materiali di origine naturale e riciclati, di cui alcuni “bio-based & circular” certificati ISCC+, verificato da ente terzo secondo lo standard ISO 14021 all’avvio della produzione. (riproduzione riservata)