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Politica

La crescita del pil cinese accelera al 4,8%, dice la Banca mondiale

Nonostante il raddoppio dei dazi americani, export e aiuti ai consumi interni varati da Pechino l'anno scorso e proseguiti quest'anno hanno sostenuto l'economia del Dragone più del previsto. Ma l'anno prossimo potrebbe esserci un rallentamento in tutta l'area asiatica


07/10/2025 12:41

di Alberto Chimenti - Class Editori

settimanale
Ajay Banga, presidente della Banca Mondiale

La Banca Mondiale ha aggiornato le sue valutazioni sulla crescita del pil cinese per quest'anno alzandole al 4,8%, rispetto al 4% stimato ad aprile. La nuova previsione si avvicina all'obiettivo ufficiale di Pechino di un'espansione del Pil del 5% circa nel 2025.

Gli economisti non hanno fornito una ragione precisa per la revisione rispetto ad aprile, ma hanno osservato che l'economia cinese ha beneficiato di sostegni governativi che potrebbero diminuire l'anno prossimo.

Finora tuttavia l'impatto dei dazi Usa, saliti al 57,6%, più  del doppio rispetto all'inizio dell'anno, sull'economia cinese, non sembra avere influito sulla crescitadel pil, anche se le tensioni commerciali tra Cina e Usa, che è il pèrincipale partner commerciale del Dragone, sono aumentate in aprile, portando temporaneamente i dazi statunitensi sulle importazioni cinesi ben oltre il 100% prima che i due Paesi raggiungessero una tregua commerciale, ora in vigore fino a metà novembre.

Evidentemente si sono sentiti effetti positivi sulla crescita dagli stimoli varati da Pechino a fine 2024 e mantenuti quest'anno con programmi mirati di permuta per i consumatori per sostenere le vendite al dettaglio. Le esportazioni, principale motore della crescita, hanno continuato a crescere grazie alle spedizioni verso il Sud-est asiatico e l'Europa, che hanno compensato il calo delle esportazioni verso gli Usa.

A ulteriore conferma la riserve valutarie di Pechino in valuta estera, dollari soprattutto, sono cresciute a settembre, per il secondo mese consecutivo, di 16,5 miliardi di dollari rispetto al mese precedente, raggiungendo 3.339 miliardi di dollari, come riferisce la Banca centrale cinese, superando leggermente le aspettative del mercato. 

Anche le aziende che hanno aumentato gli ordini in previsione di dazi più alti hanno contribuito a sostenere le esportazioni cinesi. La crescita delle esportazioni ha permesso alla Cina di compensare rallentamenti della crescita interna, come il crollo del settore immobiliare e la debole spesa dei consumatori. Tuttavia, si prevede che lo slancio impresso dai provvedimenti economici del governo rallenti.

La Banca Mondiale stima che la crescita del pil cinese scenderà al 4,2% nel 2026, in parte a causa di un rallentamento delle esportazioni. Gli economisti prevedono inoltre che Pechino modererà gli stimoli per evitare un aumento troppo rapido del debito pubblico, mentre la crescita complessiva dell'economia rallenterà rispetto ai ritmi rapidi degli anni passati.

Sempre secondo le stime della Banca Mondiale, un calo del pil cinese di un punto percentuale riduce la crescita del resto dell'Asia orientale e del Pacifico in via di sviluppo di 0,3 punti percentuali. Con la revisione al rialzo del Pil cinese, la regione dovrebbe crescere del 4,8% quest'anno, rispetto al 4% previsto in precedenza. 

A giugno, la Banca Mondiale aveva ridotto la previsione di crescita economica globale per il 2025 al 2,3%, principalmente a causa delle incertezze commerciali, sottolineando che sarebbe stata l'espansione più lenta dal 2008, escludendo le recessioni globali. (riproduzione riservata)


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