Renault accelera la sua corsa verso l’elettrico e lo fa insieme ai cinesi. Ampere, la business unit dedicata ai veicoli full electric del costruttore francese, ha annunciato la creazione di un fondo strategico in collaborazione con alcuni tra i più importanti investitori cinesi: Cicc Private Equity Investment Management, Hangzhou Capital e Hangzhou Hi-Tech Investment Holding Group. La sede del nuovo veicolo d’investimento sarà ad Hangzhou, città cinese tra le più attive nell’innovazione industriale.
L’operazione segna un passaggio chiave nella strategia sull’elettrico e sulle nuove forme di mobilità di Renault: non si tratta di una classica joint venture produttiva, ma di un fondo industriale e finanziario che convoglierà risorse in alcuni settori critici per la mobilità del futuro. Si va dalle batterie di nuova generazione ai sistemi di guida autonoma, passando per cockpit digitali, software automotive e intelligenza artificiale «incarnata», ovvero integrata direttamente nei veicoli.
Questa è la prima volta che Renault collabora direttamente con fondi di private equity cinesi e con capitali industriali locali. Una svolta importante, se si considera che il gruppo francese ha finora avuto una presenza limitata nel mercato cinese dell’auto. Ma se la Cina è oggi il laboratorio globale dell’auto elettrica, Renault può ora accedere con Ampere all’ecosistema tecnologico cinese, riducendo però al minimo l’esposizione ai rischi industriali e ai costi diretti.
Attraverso questa struttura, Ampere potrà investire in startup e tecnologie emergenti senza vincoli rigidi, puntando a un modello più flessibile, orizzontale e aperto. Il fondo si configura così come un ponte finanziario e strategico tra Oriente e Occidente, pensato per accorciare la distanza tra la velocità dell’innovazione asiatica e le esigenze di mercato europeo.
Il nuovo fondo rappresenta la naturale evoluzione di un percorso iniziato da Renault già nel 2024, con la creazione dell’Advanced China Development Center (Acdc) a Shanghai, centro di ricerca nato per sviluppare tecnologie Ev da esportare sul mercato europeo. La direzione è chiara: imparare dalla Cina, ma produrre in Europa, sfruttando economie di scala, sinergie nella catena del valore e know-how internazionale.
Come ha sottolineato Weiming Soh, presidente e ceo di Renault China, «questo fondo non è solo un investimento, ma un’infrastruttura per alimentare un ecosistema di innovazione condivisa, che superi il modello tradizionale Oem-fornitore». Il gruppo punta a creare una rete internazionale di collaborazione che possa sostenere l’intero ciclo dell’elettrico, dalla progettazione alla produzione.
Il tempismo dell’annuncio è tutt’altro che casuale. L’accordo con i partner cinesi arriva a pochi giorni dall’uscita di Luca de Meo dalla guida operativa del gruppo Renault, prevista per il 15 luglio. Il manager italiano, ora in partenza per la holding del lusso Kering, lascia un’impronta chiara e coerente: un Renault sempre più focalizzato sull’elettrificazione, sulla valorizzazione dei brand (come Alpine e Dacia) e sulla ricerca di alleanze strategiche globali. La firma dell’intesa con Pechino sembra dunque più un lascito strategico che una mossa dell’ultima ora.
Nel medio termine, il fondo sino-francese potrebbe rappresentare una leva fondamentale per abbattere i costi di sviluppo delle future generazioni di veicoli elettrici, e per colmare il gap con i giganti asiatici, oggi leader sia nella tecnologia che nella scala industriale. L’obiettivo è ambizioso: costruire un modello di cooperazione flessibile e non convenzionale, capace di superare le rigidità delle tradizionali alleanze produttive. (riproduzione riservata)