Il mercato automobilistico cinese ha mantenuto una crescita costante anche nel mese di agosto, con aumenti a doppia cifra sia nella produzione che nelle vendite, come hanno mostrato i dati della China Association of Automobile Manufacturers (CAAM).
La produzione automobilistica ha raggiunto 2,82 milioni di unità il mese scorso, con un aumento del 13% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, mentre le vendite di auto si sono attestate a quasi 2,86 milioni di unità, rappresentando un incremento del 16,4% su base annua.
Le vendite nazionali di auto sono aumentate del 15,6% su base annua, raggiungendo circa 2,25 milioni di unità, mentre le vendite nazionali di veicoli a combustibile tradizionale sono aumentate del 12,9%, segnando il terzo mese consecutivo di crescita.
Secondo l'associazione, le politiche a favore dei consumi e una solida pipeline di nuovi modelli introdotti hanno sostenuto il costante slancio di crescita, con sforzi più ampi per esortare le case automobilistiche a mantenere una concorrenza leale.
Da gennaio ad agosto, le vendite totali di automobili si sono attestate a circa 21,13 milioni di unità, con un aumento del 12,6% anno su anno e un'accelerazione della crescita delle vendite di 0,6 punti percentuali rispetto al periodo gennaio-luglio, secondo la CAAM.
In particolare, la produzione di veicoli a nuova energia è aumentata del 37,3% su base annua durante il periodo, raggiungendo circa 9,63 milioni di unità, mentre le vendite sono aumentate del 36,7%, fino a 9,62 milioni di unità.
Sono numeri che arrivano in Europa all'indomani dell'appello del presidente della Commissione Ue a non lasciare il mercato in mano alla concorrenza cinese ma a impegnarsi per produrre una nuova generazione di auto ultra compatte, pulite e a basso costo. E, soprattutto, che siano «made in Europe».
«Dobbiamo investire in veicoli piccoli e convenienti, sia per il mercato europeo, sia per soddisfare l’impennata della domanda globale», ha detto la presidente della Commissione europea nel discorso sullo Stato dell'Unione, annunciando l’iniziativa “Small Affordable Cars” da sviluppare al fianco dell’industria. «L’Europa dovrebbe avere la sua E-car. Non possiamo lasciare che la Cina domini il nostro mercato», aveva avvertito, suscitando reazioni positive da Stellantis e Renault, i produttori europei più vicini a quel segmento di mercato.
Ma secondo Luigi Gambardella, presidente dell'associazione digitale ChinaEU con sede a Bruxelles, sarebbe invece il momento giusto per le case automobilistiche cinesi ed europee di rafforzare la cooperazione, poiché l'industria automobilistica globale sta subendo una profonda trasformazione. Lo ha detto in un'intervista esclusiva a Xinhua, che sottolinea il primatodei costruttori cinesi.
Secondo l'ex manager Tim, l'ascesa dei veicoli elettrici cinesi in Europa è stata notevole. Nel luglio 2025, secondo quanto riferito la casa automobilistica cinese BYD ha nuovamente superato Tesla nelle vendite nel mercato europeo. Anche marchi cinesi come NIO e SAIC sono diventati sempre più visibili sulle strade europee.
Alcuni produttori cinesi hanno già investito nella costruzione di fabbriche o nella costituzione di joint venture in Europa, mentre aziende come Xiaomi e Li Auto hanno scelto di aprire centri di ricerca e sviluppo per prepararsi alla futura espansione del mercato.
Gambardella ha sottolineato che, da un lato, le case automobilistiche cinesi hanno sviluppato una competitività in termini di costi grazie alla maestria nell'intera catena del valore, dall'innovazione delle batterie all'assemblaggio su larga scala. Dall'altro lato, la loro velocità di innovazione supera quella delle aziende europee, statunitensi e giapponesi, con nuovi modelli che raggiungono il mercato più rapidamente e una posizione di leadership a livello globale nella tecnologia delle batterie.
"Le case automobilistiche cinesi non solo offrono un vantaggio in termini di prezzo, ma attraggono anche i consumatori europei più giovani combinando tecnologia avanzata e design orientato all'utente", ha affermato.
Inoltre, ha argomentato, l'incertezza derivante dalla politica commerciale degli Stati Uniti sta pesando fortemente sull'industria automobilistica europea e sta avendo conseguenze di vasta portata. In base all'accordo commerciale appena siglato tra Stati Uniti e Unione Europea (UE), Washington impone ora un dazio del 15% sulle automobili e sui ricambi esportati dall'UE, con un aumento rispetto al precedente 2,5%.
«Questo è a dir poco un duro colpo per le case automobilistiche europee e le loro catene di approvvigionamento», ha avvertito Gambardella.La politica tariffaria degli Stati Uniti costringerà i produttori europei o ad assorbire loro stessi i costi più elevati, riducendo ulteriormente i margini di profitto, oppure a trasferirli sui consumatori, con conseguente perdita di quote di mercato.
Ancora più preoccupante è il fatto che la pressione non sarà limitata alle sole case automobilistiche. Anche i fornitori di componenti a monte e i distributori a valle ne saranno colpiti, creando un effetto a catena su tutto l'ecosistema. (riproduzione riservata)