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Politica

Benvenuti nel paradiso di Hainan, zero dazi e income tax al 15%

Pechino ha ulteriormente liberalizzato il free trade port dell'isola nel Mar cinese meridionale, per fare concorrenza a Singapore e Hong Kong, non solo come porta d'ingresso al mercato ma anche come centro di produzione e per la ricerca. Senza trascurare il richiamo turistico


23/12/2025 10:22

di Marco Leporati*

settimanale
Poenix island a Sanya capitale dell'isola di Hainan

Dal 18 dicembre scorso l’isola subtropicale di Hainan, situata nel Mar cinese meridionale a confine con il Golfo del Tonchino, già qualificata come FTP (Free Trade Port) si è quasi completamente allineata agli altri maggiori hub, Hong Kong, Singapore e Dubai.

Come per tutte le decisioni che vengono prese in Cina le date, da un punto di vista cronologico, non sono mai scelte senza specifici riferimenti. Il 18 dicembre era il 47° anniversario della terza sessione plenaria dell’undicesimo Comitato Centrale del Partito Comunista cinese, tenutosi nel 1978 proprio a dicembre, che diede l’avvio al processo di modernizzazione della Cina creando l’anno successivo le prime Zone Economiche Speciali, in primis quella di Shenzhen. Per Hainan il primo Master Plan era stato illustrato nel giugno del 2020.

Con questo nuovo approccio la struttura per l’entrata delle merci si è ramificata in due linee differenti: The first line che prevede per tutti i prodotti in entrata da Stati esteri l’esenzione dai dazi ed una più veloce procedura di controllo; The second line che si riferisce alla demarcazione tra il territorio dell’isola di Hainan e la Cina continentale.

In questo caso la nuova procedura prevede per merci con destinazione finale Cina il pagamento dei dazi in linea con le tabelle applicate nei porti e aeroporti cinesi per garantire un eguale trattamento ed evitare truffe e raggiri. Per implementare questa struttura sono stati creati otto porti per la prima linea e dieci per la seconda.

In termini di numeri, secondo l’H.S. Code (Harmonized System Code) l’armonizzazione delle commodities a tariffa zero passerà da 1900 a 6637 prodotti coprendo la maggior parte delle categorie di macchinari (specialmente nel campo biomedicale) e delle materie prime.

Si potrebbe palesare il rischio di un collo di bottiglia tra i prodotti che arrivano sull’isola da Stati terzi e quelli che poi dovranno transitare verso i porti della Cina continentale. Infatti solo nel primo caso, all’entrata in vigore di questa nuova procedura la percentuale di prodotti in entrata a tariffa zero ha avuto un’impennata dal 21% al 74%.

Una delle condizioni che prevede il mantenimento della tariffa zero in entrata sui porti cinesi è quella dettata dal fatto che i beni processati ad Hainan beneficiano dell’esenzione se sull’isola di Hainan possono generare un valore aggiunto almeno del 30%. Un’altra condizione favorevole per le imprese investitrici è il regime della Corporate Income Tax, regime fiscale che ad Hainan è stato stabilito al 15% rispetto all’aliquota del 25% della Cina continentale.

Così pure per il personale impiegato è stato stabilito un aliquota per la Individual Income Tax al 15% mentre, nel resto del Paese, secondo un calcolo progressivo si può arrivare al 45%.

La facilitata implementazione dei transiti di merci con queste innovazioni sicuramente servirà a rafforzare le potenzialità dell’isola, dal momento che sono presenti innumerevoli investimenti produttivi e nel campo della ricerca, soprattutto nel settore energetico che ricopre un ruolo fondamentale, anche nel contesto di quanto è maturato in Cina relativamente alle fonti rinnovabili.

Hainan non poteva essere da meno e va rimarcato il piano di sviluppo del parco industriale a zero emissioni in linea con quanto stabilito dal piano nazionale con le scadenze del 2030 e 2060. Fonti eoliche, solari e biomasse con l’aggiunta dell’uso del nucleare saranno utilizzate per garantire un approvvigionamento stabile per l’elettricità sviluppando delle mini centrali locali in diverse aree del territorio compatibili con le centrali principali. Il piano incoraggia le industrie ad adottare le tecnologie sul contenimento dell’uso del carbone, tutto all’insegna dell’essere un’area di “energia verde”.

La nuova edizione di China International Consumer Products Expo che si terrà ad Haikou, capitale della provincia, dal 13 al 18 aprile 2026 sarà ancora una volta una vetrina per le società cinesi ed internazionali di presentazione dei propri prodotti, questa volta con una duplice valenza: le nuove normative per le importazioni e l’incremento turistico di visitatori nell’isola con una accelerazione delle attività duty free.

Alla scorsa edizione l’Italia era presente con un proprio padiglione insieme a importanti brand del made in Italy, tra cui Dolce & Gabbana, Etro, Ferrari, Ducati. E delle prossime mosse ne hanno discusso al seminario Italy meets Hainan tenutosi il 19 dicembre a Milano nella sede di ICCF (Italy China Council Foundation) il presidente Mario Boselli, il console cinese a Milano Liu Kan e, in collegamento, Tang Hua, direttore generale Hainan International Economical Bureau e Hu Shuguan, presidente di Association of Business Italy-Hainan. (riproduzione riservata)

* corrispondente da Shanghai, dove vive e lavora da 30 anni

                                                                                           


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