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Politica

Cina, rallenta la crescita in gennaio e sale il debito pubblico

Meno produzione e meno ordini deprimono l'indice manifatturiero, che resta in territorio negativo. L'indagine ha evidenziato che, a fronte di condizioni di mercato complessivamente deboli, i produttori sono diventati meno ottimisti all'inizio dell'anno rispetto al mese precedente. Il rapporto debito pil è salito al 287%


31/01/2024 15:13

di Alberto Chimenti - Class Editori

settimanale

Il Pmi manifatturiero cinese è rimasto al di sotto dei 50 punti a gennaio, appesantito dal calo dei nuovi ordini e da un rallentamento della crescita della produzione, secondo i dati forniti dall'Ufficio nazionale di statistica. L'indice è salito a 49,2 punti a gennaio rispetto ai 49 di dicembre, quando l'attivita' si era contratta a un ritmo più marcato. La lettura è in linea al consenso degli economisti.

Altri dati rilasciati dall'Ufficio nazionale di statistica indicano che a gennaio la produzione è aumentata al ritmo più rapido da settembre, mentre i nuovi ordini si sono contratti per il quarto mese consecutivo, ma a un ritmo più contenuto. Anche il personale è diminuito per l'undicesimo mese. Nel frattempo, le pressioni inflazionistiche si sono attenuate, anche se la debolezza della domanda ha impedito ai produttori di aumentare i prezzi di vendita per il quarto mese consecutivo.

L'indagine ha evidenziato che, a fronte di condizioni di mercato complessivamente deboli, i produttori sono diventati meno ottimisti all'inizio dell'anno rispetto al mese precedente. La nota positiva è la crescita del terziario cinese che prosegue da 12 mesi, con un'accelerazione del ritmo di espansione a inizio 2024, secondo la stesa fonte.

Nel dettaglio il Pmi non manifatturiero della Cina, che misura l'attività nel settore dei servizi e delle costruzioni del Paese, è  salito a 50,7 punti a gennaio dai 50,4 di dicembre. Il miglioramento e' avvenuto nonostante i nuovi ordini siano diminuiti per il nono mese, con un ritmo del calo piu' rapido rispetto a dicembre. I livelli di personale hanno subito una contrazione per l'undicesimo mese consecutivo, ma il livello di riduzione dei posti di lavoro è diminuito.

Anche la domanda di servizi cinesi all'estero è tornata a contrarsi a gennaio, dopo aver recuperato per la prima volta da aprile a dicembre. A causa della debolezza generale della domanda, i prezzi dei fattori produttivi sono scesi per il quarto mese consecutivo, spingendo i fornitori di servizi a continuare a ridurre i prezzi di vendita. Le aspettative di business dei fornitori di servizi in Cina hanno continuato a essere ottimistiche a gennaio, anche se il livello di ottimismo è sceso al livello più basso dall'ottobre dello scorso anno.

Gli indici Pmi indicano che dimostrano che «l'economia cinese rimane relativamente debole, cosi' come debole è  la fiducia. Finché gli indicatori prospettici, come i nuovi ordini, non torneranno a espandersi, é probabile che lo slancio economico rimanga tiepido. Anche l'occupazione, che rimane in contrazione sia nel settore manifatturiero che in quello non manifatturiero, indica che il mercato del lavoro rimane debole, il che continuera' a rappresentare un vento contrario per i consumi», hanno commentato gli economisti di Ing.

Un'altra notizia non positiva sullo stato dell'economia arriva sul fronte dei contimpubblici, dove il rapporto debito/Pil nel 2023 è salito al 287,8%, 13,5 punti percentuali in più rispetto a un anno fa, un nuovo record storico, nonostante un rallentamento del ritmo di crescita dell'indebitamento a causa dell'indebolimento della crescita dell'economia.

Lo mostra un rapporto dell'Istituto nazionale per la finanza e lo sviluppo (NIFD), un think tank statale, di cui dà notizia il credibile giornale economico Caixin. Secondo il rapporto, le passività totali dei settori delle famiglie, delle imprese e del governo sono cresciute a un ritmo più lento del 9,8% nel 2023, sostanzialmente invariato rispetto al 2022, e sono rimaste a un livello relativamente basso.


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