MENU
Azienda Finanza

Cosco China in pole position per entrare nel deal sui terminal in tutto il mondo

Scaduto il termine per le trattative in esclusiva tra il gruppo di Hong Kong, CK-Hutchison, e il consorzio Blackrock-Msc della famiglia Aponte, sul portafoglio globale di terminal container, porti di Panama compresi, è probabile che la compagnia di navigazione controllata da Pechino entrerà nell'operazione a garanzia degli interessi cinesi


29/07/2025 11:36

di Nicola Carosielli - Class Editori

desktop
Li Ka Shing, presidente Ck-Hutchison

Si è esaurita domenica 27 luglio la finestra della controversa trattativa in esclusiva tra il gruppo di Hong Kong, CK-Hutchison, e il consorzio Blackrock-Msc (tramite la divisione Til) che si è proposto di rilevare l’80% del portafoglio globale di terminal container.

Per evitare che tutto si concluda con un nulla di fatto, però, il gruppo di Hong Kong, che fa capo al magnate cinese Li Ka-Shing, starebbe ora guardando alla Cina, con l’obiettivo di fare entrare nella trattativa da 22,8 miliardi di dollari (che tra gli asset vede coinvolti anche i porti sul canale di Panama, che hanno originato la trattativa) un player asiatico.

A dirlo nero su bianco è lo stesso Ck-Hutchison in un file depositato alla Borsa di Hong Kong, in cui si è detto pronto a fare entrare un «importante investitore strategico cinese».

L’indiziato numero uno, secondo le ricostruzioni del Financial Times, sarebbe China Cosco Shipping, compagnia di navigazione controllata dal governo di Pechino, che sarebbe pronta a entrare nel consorzio richiedendo diritti di veto o poteri equivalenti agli altri due soci.

La mossa avrebbe l’obiettivo di superare le resistenze di Pechino, che ha già avvertito di poter bloccare l’operazione, qualora non venissero coinvolte aziende statali cinesi nel deal. Le autorità cinesi sarebbero molto sensibili alla cessione dei terminal di Balboa e Cristobal, a Panama, considerati asset strategici.

L’accordo, annunciato lo scorso marzo, prevede la cessione di 43 terminal in 23 Paesi, escludendo le attività in Cina e Hong Kong e, secondo quanto riportato da Reuters, Blackrock avrebbe dovuto comprare il 51% delle attività panamensi (il 4% dell’intero accordo) mentre Msc, attraverso Til, avrebbe rilevato tutti gli altri asset, aggiudicandosi così la quasi totalità del portafoglio.

Ma evidentemente, ora, tutte le proporzioni dovranno essere riviste per adeguarsi alle stringenti volontà delle autorità cinesi e al conseguente ingresso del nuovo socio.

Di tempo, a questo punto, sembra essercene a sufficienza. Almeno stando a quanto dichiarato dallo stesso CK-Hutchison, pronto a «concedere il tempo necessario affinché tali discussioni raggiungano» un accordo praticabile. E assicurando che non procederà con alcuna transazione che non abbia l’approvazione di tutte le autorità competenti».

Bisognerà capire se per Msc, che fa capo alla famiglia Aponte, e Blackrock la dolcezza offerta dalla finalizzazione del deal sia sufficiente a coprire l’eventuale amaro di un terzo partner. Anche perché, il deal a due avrebbe permesso a Msc di superare Psa, diventando il più grande operatore  terminalistico del mondo per volumi rettificati per quota.

Il tutto senza considerare eventuali pressioni regolatorie da parte dei governi occidentali, preoccupati per l’espansione cinese in infrastrutture chiave. (riproduzione riservata)


Chiudi finestra
Accedi