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Tecnologia e lusso, valori record in Cina in borsa e private equity

Moore Threads produttore di chip di Pechino in una settimana ha quintuplicato il valore di ipo a Shanghai. Intanto il fondo cinese HongShan dovrebbe chiudere entro l'anno l'acquisto della maggioranza di Golden Goose a 10 volte il margine lordo 2025, 2,5 miliardi di dollari. L'azienda veneta produce sneakers di lusso


05/12/2025 12:54

di Elena Dal Maso e Federica Camurati - Class Editori

settimanale
Zhang Jianzhong, fondatore e ceo di Moore Threads

Numeri record sulle borse cinesi per i titoli hitech, ma anche per il lusso, quando entra nel mirino dei grandi investitori. Queste le due storie parallele che animano i commenti degli analisti e investitori non solo in Estremo Oriente, nel fine settimana.

Le azioni di Moore Threads, produttore di Gpu con sede a Pechino, spesso definito «la Nvidia cinese», sono balzate di oltre il 400% nel debutto a Shanghai il 28 novembre scorso dopo la quotazione da 1,1 miliardi di dollari, in cui la società è stata valutata oltre 100 volte il fatturato 2024. Il titolo scambia venerdì a 584,98 yuan, oltre cinque volte il prezzo di quotazione fissato a 114,28 yuan.

L’ipo è stata coordinata da Citic Securities, in qualità di capofila, mentre Boc International Securities, China Merchants Securities e GF Securities hanno agito come joint bookrunner. L’azienda, non ancora in attivo, ha dichiarato nel prospetto che i proventi serviranno ad accelerare diversi progetti di ricerca e sviluppo, tra cui chip Gpu di nuova generazione per l’addestramento e l’inferenza dell’AI (quest’ultima è la fase in cui un modello di intelligenza artificiale già addestrato viene utilizzato per generare risposte, usa meno Gpu dell’addestramento). Una parte dei fondi sarà destinata anche al capitale circolante.

Il successo dell’ipo arriva nonostante le sanzioni statunitensi del 2023, che hanno limitato l’accesso dell’azienda alle tecnologie di produzione più avanzate. Moore Threads, fondata e diretta da Zhang Jianzhong, già responsabile di Nvidia in China, è la capofila di una crescente ondata di società cinesi che sviluppano processori per l’intelligenza artificiale, mentre Pechino punta a ridurre la dipendenza da Nvidia. Tra gli altri operatori del settore figurano colossi come Huawei e specialisti come Cambricon, le cui azioni a Shanghai sono cresciute di oltre il 100% da inizio anno.

Gli Stati Uniti hanno mantenuto diversi livelli di restrizioni all’export verso Nvidia per anni, impedendole di vendere i suoi chip AI più avanzati in Cina. Più recentemente, anche Pechino ha bloccato le importazioni di chip Nvidia per spingere le alternative domestiche come Moore Threads. Nuovi player come Enflame Technology e Biren Technology stanno entrando nel mercato con l’obiettivo di intercettare una quota della domanda di Gpu non più servita da Nvidia. Nel frattempo, le autorità cinesi stanno accelerando l’approvazione di ipo nel settore dei semiconduttori, per rafforzare l’indipendenza interna nell’AI. 

Il secondo record è quello dei 2,5 miliardi di dollari cifra sulla qualle si starebbe chiudendo la vendita di Golde Goose, il produttore veneto di sneakers di lusso, al fondo di investimenti cinese HongShan, da parte degli attuali azionisti, i fondi di private equity Permira e Carlyle, che controllano circa l'88% del capitale. 

Il passaggio di proprietà, dovrebbe concretizzarsi «entro Natale», hanno confermato a MFF fonti di mercato vicine all’operazione, sulla cui prossima finalizzazione circolano indiscrezioni da diverse settimane. Ora, il fondo cinese di private equity avrebbe mandato a Permira e Carlyle un contratto di compravendita proprio da 2,5 miliardi. L’offerta valuta la società guidata dall’ad Silvio Campara circa dieci volte il margine operativo lordo di fine esercizio 2025, stimato a 250 milioni di euro.

Ma ci sono delle novità anche per quanto riguarda la governance. HongShan avrebbe intenzione di confermare Campara alla guida del marchio e starebbe sondando la sua disponibilità a reinvestire nel nuovo veicolo che rileverà il controllo. Inoltre, avrebbe chiesto a Marco Bizzarri, attualmente consigliere indipendente di Golden Goose, di assumerne la presidenza al posto della manager Maureen Chiquet, ex amministratore delegato di Chanel e ora consigliere indipendente del board di Kering. La scorsa settimana Bizzarri, ex ceo di Gucci e veterano del conglomerato Kering, che oggi investe nel settore tramite la sua holding Nessifashion, è stato nominato consigliere nel nuovo cda di Giorgio Armani spa. (riproduzione riservata)


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