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Snaidero, in cinque anni 15 nuovi monomarca in Cina

Il gruppo parte da 20 negozi. La società punta anche alla crescita dei punti vendita in Francia da 40 a 60-70 negozi, ma anche in Spagna e Olanda, e al forte sviluppo nel mercato nord-americano, attraverso la spinta di due distributori diretti negli Stati Uniti e uno in Canada


07/06/2022 12:11

di Andrea Deugerni - Class Editori

Snaidero
Massimo Manelli, ceo Snaidero

«Aperture di 15 monomarca all'anno in Cina per il prossimo quinquennio, partendo da 20 negozi. Poi crescita dei punti vendita in Francia da 40 a 60-70 negozi, ma anche in Spagna e Olanda, e forte sviluppo nel mercato nord-americano, attraverso la spinta di due distributori diretti negli Stati Uniti e uno in Canada». Sono i driver di crescita del gruppo Snaidero, che produce e commercializza dal 1946 cucine di design diventate simbolo del made in Italy di qualità, rivelati dal ceo Massimo Manelli a MF-Milano Finanza in occasione di Eurocucina 2022, esposizione di settore nell'ambito della 60esima edizione del Salone del Mobile di Milano. A causa di un debito esploso a 110 milioni di euro, il gruppo friulano è entrato nel luglio del 2018 nella «galassia Dea Capital» (famiglia Snaidero in minoranza al 15%), che attraverso il fondo Idea Ccr II punta a far «crescere i ricavi, specialmente all'estero, del 10-15% sul 2021, quando il consolidato si è chiuso con un fatturato di 106 milioni, e a superare l'ebitda dei competitor al 6-7% (al 4% lo scorso anno)».

Il veicolo gestito da Dea è stato costituito a fine 2017 per gestire i turnaround di aziende sotto stress finanziario, attraverso la conversione dei crediti vantati dalle banche (utp) in quote del fondo e l'immissione di nuova liquidità. Nel 2019, primo anno di guida Idea Capital Alternative Funds, «il fatturato è passato da 100 a 115 milioni, con un ebitda cresciuto da zero al 2,5% dei ricavi, grazie a una riorganizzazione della fabbrica di Majano, un rigoroso controllo dei costi e un riposizionamento del prodotto verso una fascia più alta del mercato, lavorando sulla qualità dei materiali e attraverso una selettiva strategia distributiva», spiega ancora Manelli.

Nel 2020 a causa della pandemia i ricavi e l'ebitda sono scesi rispettivamente a 95 milioni e allo 0,5%, per risalire lo scorso anno a quota 105 milioni e al 4% nonostante i rincari energetici e la cessione del marchio tedesco Rational ai cinesi di Bravat, brand che pesava per quasi il 16% del fatturato del 2019. «Il 2022 è partito forte, con il portafoglio ordini in crescita del 20% e ricavi in aumento del 12-13% nonostante il caro-materie prime e l'incertezza», aggiunge il top-manager. «La ricetta? Listini ritoccati al rialzo, ma meno dell'aumento dei costi di cui ci siamo fatti carico: per un brand di qualità come Snaidero, il cui fatturato arriva per il 65-70% dall'estero e il 30-35% in Italia, la domanda è anelastica». (riproduzione riservata)


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