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Industria

Bene le vendite di auto in Cina, nonostante i consumi stagnanti

La combinazione di forti sconti sui prezzi finali e degli incentivi governativi spinge all'acquisto e il mercato cresce nei primi cinque mesi di quest'anno di un altro 12% con un boom (+44%) per le auto elettriche. Ma le conseguenze della guerra dei prezzi innescata dai produttori si scaricano a valle sui fornitori e il governo deve intervenire


11/06/2025 16:20

di Mauro Romano - Class Editori

settimanale

La produzione e le vendite di automobili in Cina hanno registrato incrementi a doppia cifra nei primi cinque mesi dell'anno. Secondo i dati diffusi dall'agenzia Xinhua, in Cina sono stati prodotti 12,83 milioni di veicoli nei primi cinque mesi, in aumento del 12,7% su base annua, mentre le vendite sono aumentate del 10,9% a 12,75 milioni.

In particolare, la produzione di veicoli a nuova energia (Nev) è aumentata del 45,2% su base annua salendo a 5,7 milioni di unità nei primi cinque mesi, mentre le vendite sono aumentate del 44% a 5,61 milioni di unità. Nel periodo gennaio-maggio, i Nev hanno rappresentato il 44% delle vendite totali di veicoli nuovi in Cina.

Le esportazioni sono aumentate del 7,9% su base annua, raggiungendo 2,49 milioni di unità nel periodo di cinque mesi. In particolare, le esportazioni di veicoli elettrici sono aumentate del 64,6% a 855 mila unità.

Il forte incremento delle vendite di auto soprattutto elettriche viene messo in relazione alla combinazione tra gli sconti sui prezzi di vendita praticati dai produttori e gli incentivi varati dal governo proprio per sostenere il settore, che si muove controccorente rispetto all'andamento stagnante dei consumi in Cina. Tra l'altro la guerra dei prezzi che si è innescata recentemente sta portando a una drastica riduzione dei margini di profitto dei produttori, che li costringe a rallentare i pagamenti ai propri fornitori.

Su questo aspetto ha dovuto intervenire il governo centrale che ha convocato i rappresentanti di 16 grandi case automobilistiche nazionali, invitandole a ridurre le tempistiche dei pagamenti ai fornitori, in un momento caratterizzato dall'intensificarsi della guerra dei prezzi.

Secondo fonti del Financial Times, la riunione avrebbe avuto luogo, la settimana scorsa, al ministero dell'Industria e dell'Informazione Tecnologica cinese, il principale regolatore del settore automobilistico del Paese, con l'esplicita richiesta del governo di limitare tagli aggressivi dei prezzi e contrastare l'aumento delle fatture non pagate ai fornitori.

Circa una decina di case automobilistiche, tra cui Geely, Xiaomi, XPeng, Nio e le statali Gac e Faw, si sono impegnate in seguito a rispettare un periodo di pagamento delle fatture di 60 giorni ai propri fornitori, con l'obiettivo di "promuovere uno sviluppo di alta qualità" e "garantire la stabilità della catena di approvvigionamento". A marzo, il Consiglio di Stato cinese aveva emanato norme che imponevano alle grandi aziende di saldare le fatture con i fornitori più piccoli entro 60 giorni, che sono entrate in vigore il 1* giugno.

I segnali negativi sulla stagnazione dei consumi retail è confermata in questi giorni dalle decisioni di due multinazionali americane, Starbuckse General Mills, di abbandonare o ridurre le loro attività in Cina. Starbucks, che proprio nei giorni scorsi ha abbassato il prezzo dei prodotti nei suoi 7.758 punti vendita in Cina, è stata messa sotto scacco dalla concorrenza del gruppo cinese Nowwa Coffee e sta pensando di cedere in tutto oin parte l'attività.

General Mills sta valutando la vendita dei negozi di gelati Häagen-Dazs, in scia a un rallentamento delle vendite nel Paese. L'azienda starebbe lavorando con un consulente per avviare un processo di vendita potenzialmente già quest'anno degli oltre 250 negozi, conservando invece la vendita di gelati nei supermercati e nei minimarket. (riproduzione riservata)


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