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Politica

Cina, in maggio migliorano le vendite al dettaglio più del previsto

La crescita dei consumi è il dato migliore da 18 mesi, spinto dai programmi cash for clunkers, cioè i sussidi pubblici per cambiare smartphone, auto, elettrodomestici, biciclette e altro. Ma i sussidi si stanno rapidamente esaurendo e molte province hanno già finito i fondi. Buona anche la crescita della produzione anche se inferiore alle attese


16/06/2025 17:55

di Alberto Chimenti - Class Editori

settimanale

I dati macroeconomici cinesi di maggio sono stati contrastanti, con le frizioni commerciali con gli Stati Uniti che hanno pesato sulla crescita, ma un indicatore chiave dei consumi ha superato le aspettative. Le vendite al dettaglio sono aumentate del 6,4% su base annua, il ritmo più veloce dal dicembre del 2023, riferiscel'Ufficio nazionale di statistica, sostenute dalla spinta di Pechino sui sussidi al consumo. Il dato ha superato l'incremento del 5,1% di aprile e ha battuto il consenso degli economisti al +4,9% a/a.

La solida lettura è stata in gran parte guidata dalla versione cinese del programma "cash for clunkers", in base al quale i consumatori ricevono sussidi per smartphone, elettrodomestici, automobili e una serie di altri prodotti. Tuttavia, molti governi locali hanno recentemente sospeso i sussidi dopo che gli acquisti hanno prosciugato i conti del programma più velocemente del previsto, evidenziandone i limiti.

I dati odierni hanno poi mostrato che la produzione industriale è aumentata del 5,8% a livello annuale a maggio, rallentando rispetto al 6,1% di aprile e deludendo leggermente il consenso degli economisti al +5,9% a/a. Gli investimenti in capitale fisso sono cresciuti del 3,7% nel periodo gennaio-maggio, in calo rispetto al 4% dei primi quattro mesi dell'anno.

Infine, sempre sul fronte macroeconomico, il tasso di disoccupazione urbano rilevato in Cina si è attestato al 5% a maggio, in lieve calo rispetto al 5,1% di aprile.

Questi dati offrono un'istantanea dell'economia cinese dopo la tregua tariffaria di metà maggio con gli Stati Uniti. L'accordo ha annullato la maggior parte dei dazi imposti da entrambe le parti, fornendo un sollievo temporaneo agli esportatori cinesi che hanno dovuto affrontare tariffes fino al 145%. Tuttavia, le tensioni sono rapidamente riemerse, con le due maggiori economie mondiali che si sono accusate a vicenda di aver violato la tregua. I colloqui della scorsa settimana a Londra hanno contribuito a ristabilire il fragile accordo, ma l'intesa rimane soggetta all'approvazione del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e di quello cinese, Xi Jinping.

Il maggiore sostegno fiscale e monetario da parte di Pechino ha contribuito a stabilizzare l'economia in presenza di pressioni esterne, ma le sfide persistono, tra cui il protrarsi della crisi immobiliare e l'indebolimento della fiducia dei consumatori. I prezzi delle case nelle principali città sono scesi ad un ritmo più rapido a maggio, mentre sia le vendite di immobili che gli investimenti sono rimasti in calo nel periodo gennaio-maggio.

Secondo gli analisti, la tenuta delle esportazioni cinesi, favorita dal riorientamento del commercio, potrebbe ridurre l'urgenza di ulteriori stimoli o di un rapido accordo con Washington. «Con la tenuta delle esportazioni che si protrarrà fino a giugno, la Cina potrebbe non sentire la pressione immediata di raggiungere un accordo con gli Stati Uniti o di stimolare l'economia», affermano gli economisti di Citi. Detto questo, per Zhiwei Zhang di Pinpoint Asset Management «le prospettive economiche per il resto dell'anno sono incerte».

Dello stesso parere è fondamentalmente Guillame Tresca, senior emerging market strategist di Generali Investments, secondo il qaule «le prospettive sull'economia cinese sono notevolmente migliorate a seguito della (parziale) revoca dei dazi statunitensi. Ciò comporta un rischio positivo per l'attività e il sentiment, rafforzando la nostra previsione di una crescita del 4,2%». Secondo l'analista, i responsabili politici cinesi dispongono infatti di un certo margine di manovra. La Banca Popolare Cinese ha ridotto il tasso di interesse di riferimento di 10 punti base, portandolo all'1,40%, e Generali Inv. prevede un'ulteriore diminuzione di 30 punti base entro la fine dell'anno. Inoltre, prosegue Tresca, la stabilizzazione dello yuan favorisce margini di manovra, mentre le autorità confermano l'obiettivo di crescita del 5% nel 2025.

Sebbene il picco di incertezza sia ormai superato, non si può escludere la possibilità di nuove turbolenze fino alla fine della pausa di 90 giorni. «Per esempio, la pressione esercitata dai responsabili politici statunitensi sulla movimentazione via mare di merci in Asia potrebbe alla fine limitare le esportazioni cinesi», osserva lo strategist. Nel frattempo, l'emissione di bond speciali è aumentata negli ultimi due mesi, evidenziando l'effetto delle misure fiscali adottate recentemente. La riunione di luglio del Politburo, l'organo decisionale di vertice del partito comunista cinese, potrebbe portare ulteriori misure di sostegno.

Tuttavia, nonostante un primo trimestre positivo, «gli squilibri strutturali continuano a pesare sull'economia, con segnali di rallentamento nei consumi e vendite al dettaglio inferiori alle aspettative», avverte Tresca. Il programma di permute sta esaurendo il suo effetto positivo, mentre la produzione rimane forte grazie al settore tecnologico. Le autorità sono state caute nell'introdurre nuove misure di sostegno ai consumi, e un miglioramento del settore immobiliare, che vede i prezzi delle case in calo, sarebbe necessario per un rimbalzo duraturo. Per Tresca, la politica di easing monetario può offrire un sollievo temporaneo, ma non comporta necessariamente una svolta significativa dell'economia. (riproduzione riservata)


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