La crescita delle esportazioni cinesi a luglio ha superato nettamente le aspettative del mercato, mentre il conto alla rovescia per una tregua tariffaria con gli Stati Uniti continua a scorrere, e le importazioni sono salite al livello più alto da un anno.
Le esportazioni sono aumentate del 7,2% a livello annuale a luglio, superando la stima degli economisti che avevano previsto un incremento del 5,4% a/a. Le importazioni sono invece salite del 4,1% a/a, registrando il maggiore incremento dal luglio del 2024, secondo i dati di Lseg. I dati hanno anche indicato un recupero dei livelli di importazione, dopo il rimbalzo dell'1,1% di giugno. Gli economisti avevano previsto per luglio un calo dell'1% a/a.
Dall'inizio dell'anno, le esportazioni complessive della Cina sono aumentate del 6,1% su base annua, mentre le importazioni sono diminuite del 2,7%, secondo i dati doganali. Il surplus commerciale della Cina nel 2025 ha raggiunto i 683,5 miliardi di dollari fino a luglio, con un aumento del 32% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Nei primi sette mesi complessivi, le esportazioni sono state guidate principalmente dai prodotti meccanici ed elettrici, che hanno rappresentato circa il 60% delle esportazioni totali della Cina. In particolare, le esportazioni di apparecchiature automatiche per l'elaborazione dei dati, circuiti integrati e automobili hanno tutte registrato solidi guadagni.
Sul fronte delle importazioni, mentre i volumi di alcuni prodotti energetici sfusi sono diminuiti, il petrolio greggio e la soia sono aumentati. Anche il valore delle importazioni di prodotti meccanici ed elettrici ha registrato una crescita costante.
Nei primi 5 mesi dell'anno, secondo i dati delle dogane cinesi, il surplus commerciale della Repubbica popolare ha continuato ad aumentare sia nei confronti della Unione europea, e dell'Italia in particolare, che degli Stai Uniti, nonostante i flussi commerciali si siano ridotti del 10%. Con l'Ue, invece gli scambi con la Cina sono aumentati, nel periodo, del 2,3%, mentre i paesi dell'area Asean sono diventati di gran lunga il primo partner commerciale del Dragone.
Con l'Asean la crescita del commercio bilaterale del 9,4% su base annua nei primi sette mesi, pari al 16,7% del commercio estero totale del Paese. L'Unione Europea si è classificata al secondo posto, con un aumento del commercio del 3,9%. Gli Stati Uniti sono stati il terzo partner della Cina, anche se il commercio bilaterale è diminuito dell'11,1% nel periodo.
Le esportazioni cinesi hanno sostenuto "fortemente" l'economia finora quest'anno, commenta Zhiwei Zhang, presidente e capo economista di Pinpoint Asset Management, avvertendo però che lo slancio anticipato delle spedizioni da parte delle imprese potrebbe presto affievolirsi.
A luglio, l'attività manifatturiera della Cina è inaspettatamente peggiorata, scendendo sui minimi da tre mesi, con il Pmi manifatturiero ufficiale in calo a 49,3 punti dai 49,7 di giugno, sotto le attese degli economisti che si aspettavano una lettura invariata rispetto al mese precedente.
D'altra parte un'altra fonte di mercato molto attendibile ha alzato le attese sullo sviluppo del commercio internazionale, nonostante l'elevata volatilità creata dai dazi americani.
Vincent Clerc, ceo di Maersk, colosso danese della logistica globale, ha affermato che la domanda di container continua a superare ampiamente le aspettative al punto da spingere la società a rivedere al rialzo la guidance per il 2025. "Gran parte di ciò è dovuto al boom manifatturiero in Cina e alla forte crescita delle esportazioni in quasi tutto il mondo, fatta eccezione per gli Stati Uniti, durante questo trimestre, dove l'aumento e la diminuzione dei dazi hanno avuto un certo effetto frenante", ha spiegato nel corso di un'intervista a Cnbc. "Ma nel complesso, penso che al di fuori degli Stati Uniti, stiamo assistendo a una domanda molto forte e continua a sostenere i guadagni e l'upgrade" della guidance "che siamo riusciti a realizzare oggi".
Maersk stima inoltre una crescita dei volumi del mercato container compresa tra il 2% e il 4%, contro la precedente forchetta compresa tra un calo dell'1% e una crescita del 4%, grazie a una forte domanda al di fuori del Nord America. (riproduzione riservata)