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Politica

Tiene il rating (A1) sul debito cinese, ma l'outlook è negativo

Moody's conferma la sua valutazione sullo stato di salute dell'economia del Dragone, giudizio bene accolto da Pechino, che mette in luce le politiche pro-attive per superare il difficile contesto internazionale. L'incognita è la crescita dei prossimi anni e l'anello debole dell'immobiliare


27/05/2025 15:34

di Pier Paolo Albricci - Class Editori

settimanale
Lan Fo'an, ministro cinese delle finanze

Moody's ha confermato il rating della Cina ad A1. La raccomandazione, che è quattro gradini sotto il livello massimo, è soggetta a un basso rischio di credito, puntualizzano gli analisti che hanno però confermato l'outlook negativo sul paese asiatico. La conferma del rating A1 è attribuibile in ragione dell'ampiezza dell'economia cinese e della sua capacità di innovare, nonostante la prevista decelerazione della crescita al 3,5-4% entro il 2030, spiegano da Moody's.

Anche l'onere del debito della Cina è destinato ad aumentare, ma dovrebbe essere in parte mitigato dai bassi tassi di interesse. L'outlook negativo riflette i rischi derivanti dall'incertezza commerciale tra la Cina e i suoi principali partner commerciali, concludono gli analisti dell'agenzia di rating.

Il giudizio di una delle principali agenzie di rating mondiali è stato accolto positivamente dal Ministero delle Finanze cinese. Dal quarto trimestre dello scorso anno, riferisce Xinhua, il governo cinese ha attuato una serie di politiche macroeconomiche, gli indicatori economici sono migliorati, le aspettative e la fiducia del mercato si sono stabilizzate e la sostenibilità del debito a medio e lungo termine è migliorata, ha puntualizzato il ministero.

Da Pechino si sottolinea il fatto che l'economia cinese è partita forte, con uno sviluppo di alta qualità che tende al positivo, la produzione e la domanda di consumo sono in costante aumento e la stabilità e il coordinamento delle operazioni economiche stanno migliorando, dimostrando una forte resistenza e un vivace dinamismo, nonostante L'economia il difficile contesto internazionale e l'escalation dei conflitti geopolitici.

In futuro, una serie di politiche incrementali e già varate, lavoreranno di concerto per fornire un solido sostegno allo sviluppo economico di alta qualità, ha infine dichiarato il Ministero. 

Più cauti gli analisti internazionale sull'attuale fase attraversata dall'economia cinese.  «L'ultimo bollettino del National Bureau of Statistics conferma il momento disomogeneo dell'economia cinese, sospesa tra segnali di ripresa industriale e fragilità della domanda interna», ha sottolineato Giacomo Calef, Country Head Italia di NS Partners, uno dei principale asset manager elvetici.

Ad aprile, le vendite al dettaglio sono cresciute del 5,1% su base annua, sotto le attese e in rallentamento rispetto al 5,9% di marzo, penalizzate dal calo nel comparto auto e da una fiducia dei consumatori ancora debole. In controtendenza i dati industriali, con la produzione in crescita del 6,1%, spinta dai settori "green" (veicoli elettrici, batterie e fotovoltaico) e dall'aumento degli ordini provenienti dal Sud-Est asiatico.

«Anche l'export ha mostrato una tenuta sorprendente nonostante il contesto ostile: le esportazioni sono salite dell'8,1% su base annua, mentre le importazioni sono rimaste praticamente stabili (-0,2%), segnale di una domanda interna fiacca ma non in caduta», osserva Calef.

Il settore immobiliare continua invece a rappresentare l'anello debole della crescita: gli investimenti in proprietà residenziali sono crollati del 10,3% nei primi quattro mesi del 2025, con prezzi in calo e numerosi cantieri bloccati. In risposta, la Banca Popolare Cinese ha adottato misure monetarie espansive: il tasso Lpr a un anno è stato tagliato al 3,0%, quello a cinque anni al 3,5%, mentre le principali banche statali hanno ridotto i tassi sui depositi fino a 25 punti base.

Tuttavia, il manager evidenzia che «il rischio deflazionistico persiste», con la disoccupazione giovanile ferma al 15,8% e la produzione di energia tradizionale stagnante (+0,9%), con lo scenario globale che aggiunge ulteriore pressione. Nonostante la tregua commerciale di 90 giorni con gli Stati Uniti, le tensioni restano infatti elevate.

Nel frattempo, alcuni esportatori cinesi continuano ad aggirare le barriere americane offrendo prezzi pre-tariffa, «utilizzando società fittizie per il pagamento dei dazi e triangolazioni opache», ha spiegato l'esperto. Secondo Calef, la Cina resta un attore cruciale nel commercio globale e offre opportunità selettive, soprattutto nei settori legati all'innovazione e alla transizione energetica.

Tuttavia, «lo scenario richiede prudenza: la combinazione di fattori strutturali interni e rischi geopolitici rende poco adatto un approccio passivo. Meglio affidarsi a gestori locali e strategie attive: long-short per sfruttare le divergenze tra titoli, coperture per la volatilità e selezione bottom-up per identificare i campioni del futuro in un mercato a doppia velocità», ha concluso l'esperto.


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