La Banca centrale cinese (Pboc) si appresta a condurre gli stress test sull'esposizione delle istituzioni finanziarie ai titoli obbligazionari. I controlli puntano a prevenire i rischi derivanti da potenziali fluttuazioni dei tassi che potrebbero intaccare i prezzi dei bond e provocare perdite finanziarie agli investitori.
Negli ultimi mesi l'istituto centrale di Pechino ha ripetutamente messo in guardia dal rally obbligazionario, che ha spinto i rendimenti a lungo termine della Cina ai minimi da diversi decenni, in quanto la domanda di beni rifugio è alimentata dalle preoccupazioni per l'economia.
Gli investitori non si sono fatti scoraggiare e alcuni hanno scommesso che la debolezza dei fondamentali economici cinesi potrebbe portare a ulteriori tagli dei tassi. Nella relazione di politica monetaria la Pboc ha ribadito il suo piano di prestiti obbligazionari e l'intenzione di ricominciare a negoziare i titoli del Tesoro: una mossa che alcuni analisti considerano un segnale di intervento.
Nel frattempo sono arrivate buone notizie dall'npl ratio delle banche commerciali cinesi, che si è attestato all'1,56% a fine giugno, in calo rispetto all'1,59% di marzo. Il saldo degli npl è ammontato a 3,3 trilioni di yuan (420 mld euro). Il saldo dei prestiti in bonis era pari a 210,8 trilioni di yuan, a conferma del fatto che le istituzioni finanziarie hanno mantenuto una qualità degli asset creditizi generalmente stabile. (riproduzione riservata)