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Addio Shanghai, il lusso si sposta sulle città di fascia inferiore

Sono Changsha, Ningbo, Wuxi, Shenyang, Chongqing, Chengdu e Xi’an, secondo l'ultimo rapporto degli esperti di Hylink, dove la domanda di prodotti di fascia alta ha registrato una notevole accelerazione, protagonisti i consumatori locali. Boom di vendite nell'isola di Hainan, la destinazione turistica più ambita in Cina


04/01/2023 16:26

di Federica Camurati - Class Editori

settimanale
Il Chengdu Global center, l'edificio più grande del mondo che ospita oltre 130 negozi di brand

Il campo di battaglia delle griffe in Cina si sta spostando verso nuovi segmenti di mercato. Con l’aumento dello shopping domestico, conseguenza delle severe restrizioni imposte negli ultimi mesi dalla politica zero Covid, la domanda di prodotti di fascia alta ha registrato una notevole accelerazione soprattutto nelle città Tier 2 e 3, dove i consumatori locali stanno guidando la prossima ondata di consumi. Un fenomeno che è il risultato dell’incremento del reddito disponibile e delle limitazioni di viaggio legate alla pandemia che hanno costretto gli abitanti a rimanere a fare acquisti in queste città.

Dopo le grandi metropoli del Tier 1 come Shanghai, Pechino, Guangzhou e Shenzhen, ecco dunque che anche Chengdu, nella zona sud-occidentale del Paese, è diventata un hot spot per i marchi fashion & luxury, arrivando a ospitare due centri commerciali con più di 130 brand internazionali di alta gamma e premium. In ascesa anche Changsha, Ningbo, Wuxi, Shenyang, Chongqing e Xi’an.

«È importante ricordare che queste città hanno un costo della vita inferiore e un ritmo più rilassato. Di conseguenza, i residenti hanno più tempo da dedicare ai social media, soprattutto alle piattaforme di video brevi come Douyin, e allo shopping online», hanno specificato gli esperti di Hylink nell’ultimo Chinese market outlook. «Inoltre, questi consumatori hanno una forte identità culturale, che si manifesta nel gusto per l'abbigliamento tradizionale cinese, stili architettonici distintivi, artigianato locale e sottoculture giovanili d'avanguardia. I marchi devono imparare a rispettare la cultura locale prima di lanciarsi in questi nuovi segmenti di mercato».

La pandemia e le restrizioni ai viaggi hanno non solo incentivato gli abitanti ad acquistare nelle proprie città, riducendo drasticamente il luxury shopping in uscita, ma anche dato una spinta ai viaggi nazionali. Nel 2021, prima dell’entrata in vigore alla fine dello scorso marzo della politica zero Covid, oltre il 90% dei consumatori cinesi ha acquistato beni di lusso all'interno del Paese, il che ha significato 30 miliardi di euro in meno di acquisti di lusso all'estero rispetto al 2020.

L’industria del lusso attrae infatti tradizionalmente i consumatori globali, con il 20-30% delle entrate del settore che proviene dal consumo all'estero. «Prima della pandemia, il numero di turisti cinesi in uscita superava i 150 milioni l’anno e questi viaggiatori effettuavano acquisti nei Paesi di destinazione non solo per risparmiare sulle tasse, ma anche perché lo shopping di alta gamma fa parte dell'esperienza di viaggio stessa», hanno proseguito gli esperti.

Questa inversione di rotta ha portato a un boom di vendite nell'isola di Hainan, la destinazione turistica più ambita in Cina e paradiso del duty-free, dove le entrate sono cresciute significativamente durante il periodo della pandemia raggiungendo i 60,17 milioni di yuan (pari a 8,25 milioni di euro al cambio di oggi). I consumatori di lusso cinesi, non potendo raggiungere le loro destinazioni internazionali preferite come Hong Kong o la Corea del Sud, hanno ripiegato su Hainan per fare i loro acquisti spendendo in media 8.372 yuan a testa (1.148,53 euro).

Ma lo shopping duty-free dell’isola è fiorente anche grazie agli incentivi governativi. Nel 2022, infatti, il governo della provincia di Hainan ha pubblicato un piano per incoraggiare gli acquisti esentasse, tra cui un Duty-free shopping festival della durata di sei mesi e 80 milioni di yuan (oltre 10,9 milioni di euro) in buoni da spendere in questo paradiso dello shopping di lusso.

Cosmetici, gioielli e orologi si sono classificati nella top 3 della classifica dei prodotti di maggior successo. Non sorprende quindi che molti marchi occidentali abbiano scelto l'isola di Hainan come sede del loro primo negozio duty-free in Cina o per il lancio di nuovi prodotti. Il gruppo Otb di Renzo Rosso lo scorso luglio ha inaugurato nella località di Sanya la sua prima boutique di abbigliamento per bambini, Brave kid, per proporre le collezioni childrenswear dei brand Diesel, Marni,  Dsquared2, N°21 e MM6. (riproduzione riservata)


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