Il lusso cerca la ripresa in Cina. E i primi segnali arrivano dai player europei. Se i cenni di miglioramento emergono dalle ultime trimestrali dei brand, i recenti progetti e gli investimenti sul territorio confermano la leadership del mercato per gli equilibri economici di tutto il mondo. Per Euromonitor international il periodo di recovery si legge nella stima di incremento del 4% delle vendite di luxury goods nel paese del Dragone, che potranno raggiungere nei 12 mesi del 2025 un retail value di 3,13 trilioni di yuan (circa 380 miliardi di euro), rispetto ai 3,01 trilioni del 2024 (circa 360 miliardi di euro). I consumi cinesi saranno la chiave per il rilancio del comparto anche per gli analisti di Berenberg, che rimangono però più cauti stimando che il nuovo ciclo del lusso avrà una crescita media annua del 2-3%, contro i rialzisti che ipotizzano una salita nel lungo termine del 6-7%. «Sebbene diverse aziende abbiano segnalato una stabilizzazione, si è recepita una generale cautela su ciò che accadrà in futuro. Prada e Zegna hanno chiarito che i tassi di crescita dell’ultimo decennio non si ripeteranno», si legge nel report.
Il presidente Gildo Zegna ha spiegato che la Cina, pilastro del gruppo, rimarrà volatile nei prossimi mesi, prevedendo tassi equilibrati nei prossimi anni, mente il ceo di Prada Andrea Guerra ha ribadito la situazione di stallo nel paese, ma che il peggio è passato. Armelle Poulou, cfo di Kering, ha parlato di miglioramenti, anche sul fronte turistico e di procedere nella giusta direzione, nonostante i consumi ancora deboli. Il ritorno di un acquirente locale e i segnali positivi di gruppi come Lvmh hanno comunque riacceso l’ottimismo degli investitori. Il colosso guidato da Bernard Arnault ha chiuso il terzo quarter a +1%, sostenuto dal miglioramento della domanda in Cina.
La cfo Cecile Cabanis ha precisato che il mercato della Cina continentale è tornato positivo nel trimestre e «l’avvicinamento a una stabilizzazione», ma che ci vorrà ancora del tempo prima di una ripresa totale. A riaccendere la fiamma del potere d’acquisto è stato inoltre uno degli ultimi progetti realizzati a Shanghai da Louis Vuitton. Shopping, arte e food racchiusi nel mega spazio esperienziale a forma di nave The Louis hanno da subito generato vendite e attenzione nei consumatori. Mentre Dior aprirà l’11 dicembre un mega flagship a Pechino Hermès ha registrato anch’esso un lieve miglioramento nella Greater China nel terzo trimestre. «Ci sono due segnali incoraggianti che ci rendono ottimisti. La maggiore stabilità nel settore immobiliare nelle città di primo livello e la ripresa dei mercati finanziari nella Cina continentale e a Hong Kong», ha detto il cfo Éric du Halgouët.
La ripresa del lusso europeo nell’ex Celeste impero passa anche per il comparto beauty, grazie a L’Oréal. Il ceo Nicolas Hieronimus ha dichiarato che «le vendite nella Mainland China sono tornate a crescere per la prima volta in due anni», sottolineando il boost atteso per il Double 11 shopping festival nel Paese, in calendario l’11 novembre. Lo conferma anche Erika Andreetta, Emea fashion&luxury leader e partner di PwC Italia: «Questo evento sarà la vera cartina del tornasole che evidenzierà se c’è ancora desiderabilità del prodotto Made in Italy e Made in France nel paese e se il punto prezzo sarà corretto dopo anni di rincari», ha evidenziato. «Il mercato si sta riprendendo grazie all’aumento dei flussi turistici interni e agli acquisti più indirizzati verso i brand europei da parte del cliente adulto». Ma non sono solo le trimestrali a far ben sperare in un risveglio del lusso in Cina.
L’apertura dell’headquarter del gruppo Otb di Renzo Rosso a Shanghai e la celebrazione di 20 anni di attività nel continente testimoniano la volontà della società di continuare a investire nell’area, dove oggi conta circa 900 collaboratori e un centinaio di store assieme a Hong Kong e Macao. La liaison tra la creatività europea e cinese abbraccia poi il design. Il talento di Kim Jones ha fatto gola a Bosideng, il colosso di outerwear da 3 miliardi di fatturato. Lo stilista, ex Fendi, Dior e Vuitton uomo, è stato nominato direttore creativo del brand Areal. Una mossa che segna la volontà del gruppo di elevare il suo posizionamento luxury.
Anche l’Italia rimane in pole per rafforzare le relazioni tra i due paesi. Sono freschi i due accordi di cooperazione stretti dall’Iccf- Italy China council foundation con il Ccpit-China council for the promotion of international trade. Le partnership gettano le basi per future collaborazioni. (riproduzione riservata)